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Mercoledì 12 FEBBRAIO 2014
Fattorini (Agite): “Le nostre rivendicazioni si conciliano con gli interessi della società”

"Anche i ginecologi che operano nei Consultori, nei Poliambulatori pubblici e nelle Strutture private, diventati negli anni una componente essenziale del mondo della Ginecologia e dell’assistenza alle donne e alle coppie, esprimono il loro totale consenso alle battaglie che tutte le nostre Società Scientifiche stanno conducendo con senso di responsabilità, ma con una determinazione che non potrà non radicalizzarsi se non si otterranno risultati convincenti". E' quanto dichiarato da Giovanni Fattorini, presidente dell'Associazione dei ginecologi territoriali (Agite), sullo stato di agitazione dei ginecologi.

"La prima rivendicazione che riguarda una profonda rivisitazione dell’attuale normativa che regola il tema del risarcimento del danno e del concetto stesso di responsabilità medica e sanitaria è un tema che coinvolge anche chi non opera nelle strutture di diagnosi e cura. Ne fanno fede sia la crescita delle cause intentate anche a chi lavora al di fuori degli ospedali, sia il mancato rinnovo di contratti assicurativi anche a chi non ha subito sinistri, ed infine un aumento a volte insopportabile, soprattutto per i più giovani, delle polizze - ha spiegato -. Una situazione che come si è più volte detto rischia di paralizzare anche alcune attività istituzionali nei consultori e nei poliambulatori, spesso non sufficientemente attrezzati per garantire la sicurezza delle pazienti e la serenità degli operatori".

"La seconda richiesta che in un clima di grande unità con le altre Associazioni vogliamo esprimere - ha proseguito Fattorini - è la piena ed integrale applicazione delle 10 Linee di azione per la riorganizzazione dei punti nascita approvate nel 2010 e di altre importanti raccomandazioni elaborate in questi ultimi anni, che non solo prevedono un riordino della distribuzione dei punti nascita ma anche una più aggiornata e moderna collaborazione tra le strutture ospedaliere e quelle territoriali con espliciti riferimenti alla appropriatezza degli accertamenti clinici e strumentali. Il tutto a vantaggio della qualità dell’assistenza, del contenimento della spesa, della riduzione al ricorso a comportamenti sanitari difensivi umilianti per il professionista e immensamente costosi per la comunità".

"La mancata applicazione di indicazioni sulle quali era stato raggiunto, una volta tanto, un accordo ampio tra forze politiche, società scientifiche e società civile si coniuga, purtroppo, con una riduzione significativa degli investimenti del Ssn e nel settore Materno-Infantile in particolare, e in una politica non adeguata a favorire l’inserimento delle nuove generazioni di medici, vedi il blocco delle iscrizioni alle scuole di specialità e la prospettiva di un futuro incerto tra rischi di contenzioso e perdita di identità professionale - ha concluso il presidente Agite -. Anche per questo la vertenza che i ginecologi e le ostetriche italiani hanno aperto con le istituzioni dello Stato - Parlamento, Forze politiche e Governo - è una vertenza che concilia i diritti di una categoria professionale strategicamente rilevante per la salute di tutti i cittadini donne, uomini, bambini e gli interessi, questa volta sì, di tutta la nostra società".

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