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Giovedì 24 LUGLIO 2014
Rossi: "Serve governance dal centro per processi di digitalizzazione"

Intervista a Fabio Rossi, direttore Business Unit Sanità di Exprivia

Il patto è quello che si aspettava?
Devo dire che, con molta soddisfazione, ho ritrovato nel Patto molti degli spunti che come gruppo eHealth avevamo individuato e descritto in un documento, poi recentemente illustrato in un incontro tra domanda e offerta . Trovo particolarmente importante che la digitalizzazione della Sanità venga vista come uno degli strumenti strategici a supportare i processi di cambiamento che questa Industry deve necessariamente perseguire. Ci sono altri passaggi interessanti nel Patto come, ad esempio, il possibile utilizzo di forme innovative di acquisizione delle soluzioni. Cioè, non più solo complesse gare d’appalto, ma forme nuove, tra cui il partenariato, che ci avvicinano a pratiche già adottate con successo in altre nazioni europee.
 
La sua associazione avrà un ruolo in questo processo ? Se si quale sarà il vostro apporto?
Il gruppo di lavoro eHealth di Assinform, l’Associazione nazionale delle principali aziende di Information Technology operanti in Italia, si candiderà nelle sedi opportune sia per fornire i contributi sulle varie priorità di intervento individuate , ma anche per entrare nel Comitato di Coordinamento in rappresentanza della domanda.


Si parla spesso di tecnologia intendendo telefono, pc e console, però in campo sanitario esiste un mondo che fa dell'innovazione la sua guida. L'Italia è al passo con i tempi?
Se facciamo una analisi sulla adozione di innovazioni tecnologiche, la Sanità italiana non è seconda ad altri paesi. Infatti, abbiamo la presenza, nelle varie realtà sanitarie, di molte delle innovazioni offerte dallo stato dell’arte della tecnologia. Quella che oggi l’Italia paga è la mancanza negli anni di una progettualità, una strategia di informatizzazione del sistema sanitario italiano. Questa lacuna ha favorito la frammentazione dei sistemi informatici e la conseguente difficoltà all’integrazione dei dati e delle informazioni necessarie al governo nonchè alla cura dei pazienti. Oltre a questo aspetto, l’ICT è stato oggetto, da diversi anni a questa parte, di una sistematica e indiscriminata, oltreché discutibile, azione di spending review, facendo di fatto impoverire quello che era stato costruito negli anni precedenti. Questi fattori ci collocano come il fanalino di coda dei paesi più industrializzati d’Europa negli investimenti ICT. Oggi, leggere nel Patto i percorsi di sviluppo che si intendono adottare con un piano quinquennale (2015-2019) , come gruppo eHealth, ma anche come cittadini italiani, ci fa capire che la politica ha finalmente capito dove è necessario intervenire.
 
Quale è la vera grande priorità?
Dal mio punto di vista è necessario, come si evince dagli enunciati del Patto, che si eserciti dal centro una reale governance del processo di digitalizzazione della Sanità, dove la standardizzazione e la razionalizzazione sia dei processi che degli strumenti possano garantire la diffusione e l’utilizzo degli strumenti informatici. E questo, non per favorire la diffusione dell’informatica come un fatto fine a se stesso , ma per aiutare l’adozione di quegli strumenti tecnologici che aiuteranno le organizzazioni della Sanità al mantenimento della quantità e qualità dei servizi erogati e un vero controllo della spesa.


Raffaella Fonda e Carlotta Bettanini 

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