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Mercoledì 26 NOVEMBRE 2014
Depressione e autolesionismo

La depressione è considerata erroneamente una patologia degli anziani, al contrario interessa prevalentemente giovani adulti in età lavorativa ma allunga i suoi tentacoli anche tra i giovani. Il prestigioso British Medical Journal ha pubblicato in questi giorni una ricerca che ha messo in luce la correlazione tra autolesionismo nei ragazzi e rischio suicidario.
 
La ricerca, guidata da Ellen Townsend della Scuola di Psicologia dell’Università di Nottingham, ha evidenziato come le lesioni autoinflitte (tagli, traumi, avvelenamenti) siano piuttosto comuni nella fascia di età tra gli 11 e i 25 anni ma non suscitano sufficiente attenzione nei sanitari che ne vengono a conoscenza, eppure il 40-60% dei giovani che si tolgono la vita presenta episodi pregressi di autolesionismo.
 
“Le ferite autoinflitte e i tagli sono più frequenti nel sesso femminile ma quando si manifestano nei maschi sono un più forte predittore di suicidio insieme a depressione, ansia, bassa autostima” continua la dottoressa Townsend “un ragazzo su 25 tra quelli che ricorrono a cure mediche per autolesionismo muore suicida entro 5 anni. Sono numeri impressionanti e il personale medico va addestrato a dare la giusta importanza a questa spia di allarme. Un uno studio durato 10 anni che ha analizzato i dati di clinici di 35mila persone di tutte le età si è visto che una terapia cognitiva breve diminuisce i casi del 40%”.  

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