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Lunedì 13 DICEMBRE 2010
Romeo (Fic): “Ecco l’identikit del cardiologo di domani”

“Il cardiologo del domani dovrà essere moderno, completo, aggiornato sulle principali tecniche diagnostiche e interventistiche riguardanti le malattie cardiovascolari. Inoltre, deve avere un patrimonio culturale che includa non solo la cardiologia clinica ma anche quella sperimentale, la cardiogenomica e deve avere solide basi di medicina generale”. È questo il ritratto del cardiologo del domani illustrato a margine del Congresso della Società Italiana di Cardiologia da Francesco Romeo, presidente della Federazione Italiana di Cardiologia. “Alla  fine del XX Secolo si era nell’era delle sub-specializzazioni perché importanti innovazioni tecnologiche avevano richiesto un veloce adeguamento tecnico del Cardiologo tradizionale. Il XXI secolo deve essere, come per tutte le altre discipline scientifiche, il secolo della medicina in una visione olistica. Per raggiungere questo obiettivo è necessaria un’integrazione fra strutture universitarie e strutture ospedaliere per evitare la formazione di cardiologi sub-specialisti fortemente soggetti a un pressing, talvolta condizionante, da parte di industrie, sia farmaceutiche sia elettromedicali”, ha aggiunto Romeo. “Il rapporto con queste industrie deve essere virtuoso, con al centro l’interesse del paziente. Il ruolo delle Società Scientifiche è anche quello di vigilare affinché non si traggano conclusioni affrettate e non suffragate da sufficiente evidenza circa procedure, spesso molto invasive e costose, che alla fine si dimostrano ingiustificate in quella modalità di applicazione. Si chiede alla medicina accademica di assumere il ruolo di autorità terza. Come presidente della FIC, sono sempre più convinto che la cardiologia ospedaliera possa assumere anch’essa, in stretto collegamento con quella Accademica, un ruolo di parte terza e al tempo stesso, di guida per tutta la cardiologia italiana”, ha concluso il cardiologo. 
 

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