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Venerdì 08 MAGGIO 2015
Dai manifesti alla petizione. Le iniziative di mobilitazione Fimmg 

Dal 18 maggio le città saranno ‘tappezzate’ di maxi manifesti per informare i cittadini sulle ragioni della protesta: nessuna Convenzione significa nessuna garanzia per la libertà di scelta del cittadino né per la libertà di curare del medico, entrambi assoggettati allo spezzatino sanitario che le Regioni hanno già cominciato a fare, significa anche impossibilità di sanzionare la parte regionale eventualmente inadempiente nei confronti dei medici e dei diritti assistenziali dei cittadini, perpetuando l'impunità di questi ultimi anni, significa non riorganizzare la Medicina di famiglia secondo criteri di migliore corrispondenza con i bisogni della popolazione. Fimmg non chiede, in questo particolare momento del Paese, aumenti di stipendio per i medici, ma che i professionisti siano messi nelle condizioni di esprimere al meglio le proprie capacità assistenziali.
 
Online anche una pagina dedicata alle iniziative (www.fimmg.org/manifestiAmoFimmg) e una petizione “Contro l’abolizione del medico di famiglia” (disponibile al link www.change.org/p/campagna-contro-l-abolizione-del-medico-di-famiglia), diretta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ai Presidenti di Regioni e Province autonome.

Si entrerà nel vivo domani e domenica con la manifestazione “Studi aperti” nei week end. Verranno aperti al pubblico alcuni ambulatori nelle varie province italiane dove i medici esporranno cartelli e distribuiranno materiale informativo per illustrare ai pazienti quali sono i rischi che sta correndo la medicina generale. L’iniziativa sarà replicata il 23 e 24 maggio.

La protesta della FIMMG avrà il suo culmine con lo sciopero nazionale della categoria proclamato per il 19 maggio.  Quel giorno gli studi dei medici di famiglia saranno chiusi dalle ore 8 alle ore 20, ma verranno comunque garantite le prestazioni indispensabili: visite domiciliari urgenti, in assistenza programmata a pazienti terminali, prestazioni di assistenza domiciliare integrata (ADI) e le ulteriori prestazioni definite nell’ambito degli Accordi regionali.  Si fermeranno anche i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) dalle 20 alle 24, garantendo le prestazioni indispensabili.
 

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