quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 27 GENNAIO 2011
Paolo Levoni (Sds-Snabi)

Dottor Levoni, un bilancio del 2010?
Nel corso del 2010 non sono bastate le continue aggressioni verbali da parte del ministro Brunetta a danno dei dipendenti pubblici, a questo si è dovuto aggiungere l’ulteriore ed inaccettabile attacco attuato con la volontà di ridurre, se non annullare, il ruolo dei sindacati, visti come difensori dei fannulloni e non come parti sociali fondamentali nella dialettica democratica delle parti. Ricordiamo infatti che leggi come la 150 e la 122 non fanno altro che distruggere il ruolo del sindacato. La stessa deliberazione del Consiglio dei Ministri dello scorso venerdì conferma questo indirizzo.
Nei nostri riguardi, da parte del Governo, notiamo solo una  decisa ed inconcepibile voglia di punire. Cosa che si può notare anche dalprogressivo svuotamento della contrattazione. Quello che sta avvenendo in quest’ultimo periodo, non solo per quanto riguarda il sindacato del nostro settore, ma, dando uno sguardo anche più ad ampio spettro, ed osservando ad esempio le vicende legate alla questione Fiat, ci fa affermare che nel mondo del lavoro si è ormai tornati indietro di 50 anni. Per quello che è stato il 2010 non posso quindi far altro che dipingere un quadro a forti tinte fosche.
 
Prospettive ed auspici per il nuovo anno?
Per l’anno appena iniziato, le nostre speranze ed i nostri auspici sono tutti legati al ruolo che decideranno di assumere le Regioni. La nostra speranza è che l’assunzione di atteggiamenti più duri da parte delle Regioni possano almeno in parte attutire tutti quegli aspetti negativi legati alla legge 122, ossia quella che impone la revoca di diritto dei contratti a tempo determinato con la pubblica amministrazione, pur se legittimamente conclusi. Proprio in proposito siamo in fiduciosa attesa del prossimo documento della Conferenza Stato-Regioni. Queste iniziative a livello territoriale sono le uniche che potrebbero evitare di relegare il ruolo dei sindacati a quello di un mero e fastidioso ostacolo da aggirare.
 
Giovanni Rodriquez

© RIPRODUZIONE RISERVATA