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Martedì 17 NOVEMBRE 2015
Valvuloplastica o sostituzione di valvole cardiache: mortalità a 30 giorni (media esiti Italia 2,84%)

La chirurgia sulla  valvola cardiaca permette di riparare o sostituire valvole stenotiche oppure non continenti (insufficienti). L’esito a breve termine dell’intervento di  valvuloplastica e o sostituzione di valvola isolata può rappresentare un buon indicatore della qualità dell’attività delle strutture di cardiochirurgia. La valutazione si riferisce all’intero processo assistenziale ospedaliero e post- ospedaliero (a 30 giorni dall’intervento ed è relativa alla procedura non associata ad interventi di Bypass aortocoronarico). È stato considerato il numero di ricoveri avvenuti nelle strutture italiane con esecuzione di valvuloplastica isolata o sostituzione di valvole cardiache isolata, in cui il paziente risulta deceduto entro trenta giorni dalla data dell’intervento. Si definisce isolato l’intervento di valvuloplastica o di sostituzione non associato ad interventi di by-pass, di endoarteriectomia, ad altri interventi cardiaci o sulla aorta. La valutazione dell’intervento isolato permette di evitare di considerare gli interventi associati caratterizzati da mortalità e da fattori di rischio notevolmente diversi. 
 
La mortalità a 30 giorni dopo valvuloplastica è passata dal 3.5% del 2008 al 2.9% del 2014, a fronte di un aumento dei volumi di attività.
Il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera fissa al 4% per struttura la mortalità massima a 30 giorni dopo intervento di valvuloplastica o sostituzione di valvola isolata. 
 
L’Analisi (VEDI TABELLA). Gli esiti più favorevoli li ha registrati la Casa di cura Villa Torri di Bologna con un tasso di mortalità dello 0,42%. Seguita dalla Casa di cura Fondazione Poliambulanza di Brescia con lo 0,62% (alla struttura è stato richiesto un audit sui dati che non è stato effettuato) e dal Campus Bio-Medico di Roma con lo 0,66%. Gli esiti più sfavorevoli si sono registrati all’Ospedale Federico II di Napoli con un tasso di mortalità dell’11,5% (alla struttura è stato richiesto un audit sui dati che non è stato effettuato). A seguire l’Ospedale V. Fazzi di Lecce con il 9,29% e dall’Ospedale Giaccone di Palermo con l’8,54%.

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