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Mercoledì 16 DICEMBRE 2015
Aceti (Cittadinanzattiva): “Preoccupazioni condivisibili ma vanno trovate modalità diverse per non danneggiare i cittadini”

“Anche noi condividiamo con i medici la preoccupazione per le sorti del Servizio Sanitario Pubblico e per il diritto alla salute dei cittadini. Ma lo sciopero di oggi non ha favorito i cittadini che hanno visto rinviati quarantamila interventi chirurgici e probabilmente non ne hanno compreso il perché. E’ necessario mettere in campo forme alternative di protesta, che non creino disagi per i cittadini ma li mettano al corrente delle motivazioni delle agitazioni, e che contribuiscano a ridurre le distanze tra medici e persone, oltre che a creare un miglior clima di fiducia, collaborazione e costruzione del SSN del futuro.” Queste le dichiarazioni di Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva.
 
“Anche a noi sono più che evidenti le difficoltà di accesso alle prestazioni pubbliche che incontrano i cittadini a causa di lunghe liste di attesa e ticket che in molti casi superano il costo della prestazione erogata in regime privato”, ha continuato Aceti.
 
”Altrettanto preoccupante è la Legge di Stabilità in discussione perché sottrae nel 2016 due miliardi di euro rispetto al finanziamento del Servizio Sanitario Pubblico approvato appena quattro mesi fa con il Decreto Enti Locali, e perché per gli anni 2017-2019, nell’ambito dei quindici miliardi di contributo alla finanza pubblica che le Regioni devono garantire, prevede la possibilità di ulteriori tagli al finanziamento del SSN  come del resto già accaduto con la Stabilità del 2015.
 
“Anche l’emendamento approvato nella serata di ieri sulle assunzioni di medici e infermieri riguardo agli obblighi che introduce la nuova Direttiva pone più di qualche dubbio”, ha quindi concluso Aceti. “Il sistema di finanziamento delle assunzioni infatti si basa su risorse che deriveranno da presunti risparmi che le Regioni dovranno realizzare, e non invece su risorse aggiuntive allocate ad hoc. Il rischio reale che si corre, come l’esperienza ci dimostra, è che in caso di mancata realizzazione di questi risparmi le risorse per far fronte alle assunzioni le Regioni le andranno a reperire riducendo i servizi sanitari, aumentando i tempi di attesa o aumentando i ticket. Questa eventualità deve essere scongiurata dal Governo, che su questo dovrà garantire, vigilare attentamente e intervenire in forma sussidiaria attraverso il Ministero della Salute qualora ce ne fosse bisogno”.

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