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Martedì 05 GENNAIO 2016
Mortalità materna. Per l’Oms siamo “Un esempio da insegnare, diffondere e condividere”

L’Italia si configura come “un esempio da insegnare, diffondere e condividere”. Così, il 12 novembre scorso in occasione della presentazione dei nuovi dati Oms sulla mortalità materna,  si riferiva alla nostra politica per la gestione del rischio il vice direttore generale dell'Oms per la salute della donna, Flavia Bustreo.
 
Il nostro Paese si colloca infatti nella top ten mondiale dei Paesi con i più bassi tassi di mortalità materna, con un numero di 4 morti materne ogni 100mila nascite tra i migliori al mondo ai livelli di Francia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti.

L’Italia, ha messo a punto un sistema di sorveglianza attiva della mortalità materna, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e finanziato dal Ministero della Salute che, in una fase pilota, ha coinvolto 6 regioni(Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia) che coprono il 49% dei nati del Paese e, dal 2015, ha incluso anche la Lombardia e la Puglia estendendo la copertura al 73% dei nati. La mortalità materna stimata dal sistema di sorveglianza coordinato dall’Iss, nelle 6 regioni partecipanti alla fase pilota, è pari a 10 decessi ogni 100mila nati vivi con una forte variabilità regionale compresa tra 5 morti in Toscana e 13 in Campania.

L’obiettivo prioritario del sistema di sorveglianza italiano è la riduzione delle morti materne evitabili, stimata pari al 50% nei Paesi socialmente avanzati. Lo studio italiano ha rilevato che le principali cause di morte materna diretta sono state: emorragie (52%), disturbi ipertensivi (19%) e tromboembolismo (10%). Morti da disturbi cardiovascolari, cerebrovascolari e neoplasie rappresentano rispettivamente il 36%, 21%, e 14 % delle morti materne indirette. Questi risultati sono simili all'analisi globale pubblicata dall'Oms che ha trovato tra le principali cause di mortalità materna diretta: emorragie gravi (per lo più durante e dopo il parto) nel 27% dei casi, la pressione alta indotta dalla gravidanza per il 14%, e le infezioni per l’11%. Il suicidio è risultato responsabile del 12% del totale delle morti materne nella sorveglianza italiana e per questo motivo l’Iss ha promosso un progetto di ricerca - intervento sulla maternità e paternità fragile e sulla prevenzione del disagio perinatale.

In Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio e Sicilia il tasso di mortalità materna è due volte più elevato tra le donne con un basso livello di istruzione rispetto a quelle con un titolo di studio superiore. Nonostante il tasso di mortalità materna per l'Italia sia relativamente basso rispetto alla media globale, nella successiva fase di monitoraggio globale l'Italia dovrà garantire che le disuguaglianze, quali le differenze in termini di istruzione o di classe socio-economica, siano eliminate in modo da offrire gli stessi esiti di salute a tutta la popolazione.

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