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Giovedì 12 MAGGIO 2016
La spesa per l’oncologia cresce del 15% l’anno. E si avvia a diventare il 20% di quella totale

Costi, attività e risultati in oncologia in ottica di popolazione. Quella che è stata definita la “tempesta perfetta” del SSN ha forse nell’Oncologia il suo nucleo centrale.

I tassi di crescita della spesa oncologica - Ogni anno in Italia il numero di malati oncologici - 3 mln nel 2015 - cresce di oltre 90.000 unità (+3%), sia per la maggiore incidenza collegata all’invecchiamento della popolazione, ai fattori ambientali e agli stili di vita – sia, fortunatamente, per i progressi nelle terapie che migliorano la sopravvivenza e cronicizzano la malattia. Per ciascuno di questi pazienti il Sistema Sanitario spende in media oltre 5.000 euro/anno, importo che cresce a tassi elevati a causa dei nuovi farmaci (+15%/anno) e delle terapie tecnologicamente avanzate. Questi tassi male si conciliano con quelli dell’economia e con la crisi della finanza pubblica.

Il “peso” della spesa oncologica - Sui costi dell’Oncologia in rapporto alla spesa sanitaria si trovano dati scarsi e poco attendibili. Le fonti più autorevoli riportano una spesa oncologica per cittadino residente di 114 euro lungo tutta la filiera dalla prevenzione al fine vita, il che si tradurrebbe in un’incidenza sulla spesa sanitaria complessiva tutto sommato marginale, pari al 5,8% circa. Secondo uno studio dell’IRST-IRCCS, il costo oncologico è realisticamente almeno 3 volte superiore (oltre 300 euro per cittadino/anno), e si avvia a rappresentare il 20% della spesa sanitaria complessiva.

L’esigenza di ridurre sprechi e disomogeneità - Questa carenza di consapevolezza su “quanto si spende” per l’Oncologia in rapporto a “cosa si ottiene” (il cosiddetto “valore”) è significativa, in quanto misurare un fenomeno è sempre il primo passo per governarlo (“what you get is what you measure”). Occorre superare le risposte tradizionali, spesso controproducenti nel medio periodo: tagli lineari indiscriminati; riduzioni e sospensioni di attività a fine anno “per risparmiare” sul bilancio; mancati investimenti, con duplicazione dei costi per mobilità dei pazienti e acquisto di prestazioni da strutture private; sottoutilizzo di macchinari ad alto costo; etc. Lo studio IRST ha rilevato sorprendenti e ingiustificate variazioni negli indicatori e nella spesa oncologica in territori vicini, sintomo di percorsi disomogenei: emblematica la differenza di costo procapite per farmaci oncologici da un massimo di 55 euro in un distretto a un minimo di 35 euro in un altro.

La proposta: misurare performance e valore delle Reti Oncologiche Territoriali - Appare evidente che affrontare e governare la “tempesta perfetta” in Oncologia sarà cruciale per la sostenibilità e continuità del nostro Sistema Sanitario Nazionale. Le parole chiave sono l’approccio manageriale orientato alla misura del “valore” e ai percorsi di diagnosi e cura, e l’integrazione dei servizi in Reti Oncologiche territoriali di cui governare costantemente la performance.

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