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Venerdì 08 APRILE 2011
Monchiero (Fiaso): "Giusto richiamo alla valutazione dell'efficacia terapeutica"

Non entra nel merito del caso specifico e non mette in dubbio la decisione della Cassazione, "che ha valutato sulla base degli elementi tecnici emersi nel corso del procedimento". Ma il presidente della Fiaso, Giovanni Monchiero, commenta con soddisfazione il richiamo della Corte Suprema contro il "dispregio al Codice deontologico che fa divieto di trattamenti informati a forme di inutile accanimento diagnostico-terapeutico". "Condivido pienamente i principi richiamati nella sentenza - afferma Monchiero -, e sono anni che la Fiaso si confronta con i medici sulle tematiche relative al rapporto medico-paziente e alla necessità di utilizzare criteri di maggiore cautela per valutare l'opportunità di intervenire tenendo conto della efficacia presumibile derivante da ogni intervento terapeutico".
Secondo Monchiero, infatti, il paziente deve essere al centro del proprio percorso di cura, con i suoi bisogni. Una "sanità più umanizzata", insomma. "Ma questo non significa ignorare la realtà dei fatti". La medicina non fa miracoli, sottolinea il presidente della Fiaso, e "ogni intervento deve essere deciso sulla base di due elementi: quello che si è nelle condizioni di fare e quello che ha senso fare".
Al di là del consenso del paziente e in opposizione alla medicina difensiva legata alla crescita del contenzioso in sanità, Monchiero richiama l'attenzione sulla necessità di riportare l'atto medico "alla valutazione dell'efficacia terapeutica". "E' essenziale, anche perché - conclude il presidente della Fiaso - il primo principio guida della professione medica è quello di 'non recare danno al paziente'. Ed è proprio quello che accade sottoponendoli a interventi inutili".

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