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Lunedì 04 APRILE 2011
Calì (Smi): “Un Ddl che non convince del tutto”

Per lo Smi il disegno di legge all’esame del Parlamento sul governo clinico desta forte preoccupazione per la pesante spinta devoluzionista che si intravede nel più recente testo e che suggerisce la pericolosa ipotesi di tanti diversi modelli che rischia di compromettere i principi di universalità, equità e libertà del Ssn sull’intero territorio.
È forte il rischio di essere troppo variamente interpretato il ruolo strategico del Collegio di Direzione rispetto al quale non esistono nel testo sostanziali tenute in ordine per esempio alla presenza di tutti i Direttori di Dipartimento o, nelle aziende sanitarie territoriali, della Medicina a rapporto convenzionale con particolare riferimento ai medici di medicina generale.
Una seria preoccupazione crea inoltre l’ipotesi che venga meno il principio di un incarico professionale per ogni medico dirigente mentre si salutano favorevolmente le nuove norme per la nomina dei dirigenti di struttura complessa e dei dipartimenti nonché le affermazioni sul ruolo fondamentale della struttura dipartimentale con compiti gestionali.
Forte perplessità sull’ipotesi dell’elevazione dell’età pensionabile, anche in virtù del ricambio generazionale e del blocco del turn over..
Da sottolineare fortemente e negativamente l’assenza di un qualunque intervento sull’area della convenzionata e quindi sul riordino delle cure primarie. Si contraddice, quindi, la spesso proclamata intenzione di riequilibrare il rapporto ospedale-territorio.
Infine lo Smi ritiene che un nuovo grande confronto debba essere aperto sul ruolo dell’esercizio della libera professione dei dirigenti medici allo scopo di raggiungere nuovi e più avanzati equilibri tra il diritto alla scelta fiduciaria del cittadino e lo sviluppo armonico del Ssn, mentre l’attuale ddl appare farraginoso e non affronta in modo risolutivo i limiti dell’attuale normativa sotto il punto di vista professionale, giuridico ed etico.

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