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Martedì 26 SETTEMBRE 2017
Massimo Scaccabarozzi: “Milano può farcela. Non è seconda a nessuno nella competizione”

“L’obiettivo prioritario è garantire l’efficienza dell’Ema e assicurare ai pazienti un veloce accesso ai farmaci innovativi.” Per Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria, sono chiari i risultati che sarà possibile raggiungere nominando Milano come nuova sede dell'Ema.  
 
“Siamo sicuri che l’Italia e Milano - ha aggiunto, a margine dell’incontro per promuovere la candidatura milanese, che si è svolto oggi a Bruxelles - possano farcela. E lo diciamo da tempo. Già prima del referendum in Gran Bretagna, nel marzo del 2016, Farmindustria aveva chiesto che, in caso di Brexit, l’Ema fosse spostata in Italia. E oggi - ha continuato Scaccabarozzi - ne siamo ancora più convinti perché assolutamente certi che il Paese sia in grado di dare la risposta migliore alle diverse esigenze”.
 
Con Milano l'Ema otterrebbe “una sede per un’immediata operatività dell’Ema, in una metropoli facilmente raggiungibile, con un efficiente sistema di trasporti internazionale e interno, infrastrutture logistiche, alberghiere e sanitarie di assoluto livello, un ottimo sistema scolastico e universitario e bellezze da esplorare in centro e nei dintorni. Non solo: Milano, a differenza di altre candidate- ha sottolineato Presidente di Farmindustria - offre garanzia di continuità per la salute dei cittadini europei. Ed è leader nelle life sciences, con un network all’avanguardia composto da imprese del farmaco hi tech, nazionali e internazionali - che investono in innovazione e produzione 4.0 -, ed eccellenze, pubbliche e private, nel campo della ricerca”.
 
“Insomma - ha detto - non è seconda a nessuno nella competizione. Purché si giochi ad armi pari, basando la scelta su criteri oggettivi. Ecco perché è necessaria una short list con 4-5 candidati per evitare che l’Ema, per meri motivi politici, sia spostata in città di altri Paesi che non ne garantirebbero il funzionamento. Creando così disagi anche ai dipendenti, molti dei quali potrebbero non accettare il trasferimento. Con seri pericoli di tenuta dell’Agenzia e dell’accesso ai farmaci innovativi. Il Sistema Paese ora è coeso, con Istituzioni nazionali, regionali e locali, imprenditori - come quelli dell’industria farmaceutica - e forze sociali che portano avanti un progetto unitario. Ed è necessario - ha concluso Scaccabarozzi - fare insieme l’ultimo scatto per tagliare il traguardo per primi. Farmindustria c’è”.

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