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Lunedì 15 NOVEMBRE 2021
Inquinamento. In Italia è strage: nel 2019 quasi 64mila morti evitabili. In tutta Europa 307 mila morti ma 178mila si sarebbero potute evitare con aria più pulita. Report dell’Agenzia europea

I dati dell’Agenzia europea dell’ambiente ci pongono in testa alla classifica. Le malattie più comuni provocate dall'inquinamento e per le quali si registra la maggiore mortalità evitabile sono quelle cardiache, l’ictus, le polmonarie e il cancro ai polmoni. L’Italia è al secondo posto per morti evitabili da particolato e ozono tra i grandi Paesi dopo la Germania, ma al primo posto per le morti da biossido da azoto. Ma la via per abbattere tutte queste morti c’è: rispettare i livelli massimi Oms che se fossero stati rispettati avrebbero ridotto la mortalità evitabile complessiva del 55%.

L'inquinamento atmosferico è una delle principali cause di morte prematura e malattie ed è il più grande rischio per la salute ambientale in Europa. A fare il punto della situazione è l’Agenzia europea per l’ambiente (AEA) che sottolinea come siano le malattie cardiache e l'ictus le ragioni più comuni di morte prematura attribuibili all'inquinamento atmosferico, seguite dalle malattie polmonari e dal cancro ai polmoni.
 
L’AEA ha anche stimato i potenziali benefici per la salute derivanti dal raggiungimento degli standard di qualità dell'aria dell'UE e dei valori delle linee guida dell'OMS per il particolato fine nell'aria ambiente.
 
Nel 2019, l'inquinamento atmosferico (anche se in misura minore rispetto al 2018) ha continuato a causare un onere significativo di morti premature e malattie nei 27 Stati membri dell'UE: 307.000 morti premature attribuite all'esposizione cronica al particolato fine; 40.400 morti premature attribuite all'esposizione cronica al biossido di azoto e 16.800 morti premature dovute all'esposizione acuta all'ozono.
 
E l'Italia figura purtoppo ai vertici di questa classifica, considerando in particolare i grandi Paesi europei: siamo infatti al secondo posto dopo la Germania per morti evitabili da particolato e ozono ma al primo posto per le morti evitabili da biossido da azoto. Complessivamente nel nostro Paese sono state quasi 64mila le morti evitabili per inquinamento per un totale di oltre 645mila anni di vita persi.
 
Rispetto al 2005, nel 2019 le morti premature attribuite all'esposizione al particolato fine sono comunque diminuite del 33% nell'UE-27. Se questo tasso di riduzione delle morti premature verrà mantenuto in futuro, l'UE dovrebbe raggiungere l'obiettivo del piano d'azione per l'inquinamento zero.
 
Tuttavia si sarebbe potuto ottenere già nel 2019 un risultato significativo con una riduzione di almeno il 72% rispetto ai livelli del 2005 se la nuova linea guida dell'OMS sulla qualità dell'aria per il PM 2,5 di 5 µg/m 3 fosse stata raggiunta in tutta l'UE-27 già nel 2019.
 
In termini assoluti avrebbe voluto dire 178mila morti in meno (-55%) nel 2019 rispetto ai 307mila decessi evitabili stimati.
 
La qualità dell'aria in Europa è stata comunque migliore nel 2019 rispetto al 2018, il che ha anche comportato un minor impatto negativo sulla salute. Il calo dell'inquinamento segue una tendenza a lungo termine, guidata da politiche volte a ridurre le emissioni e migliorare la qualità dell'aria.
 
Nell'ambito del Green Deal europeo, il piano d'azione dell'UE per l' inquinamento zero fissa l'obiettivo di ridurre il numero di morti premature dovute all'esposizione al particolato fine di oltre il 55% entro il 2030 , rispetto al 2005.
 
Secondo l'analisi dell'AEA, il L'UE è attualmente sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo, poiché il numero di questi decessi è diminuito di circa un terzo dal 2005 al 2019.
 
La mortalità evitabile per particolato. I maggiori rischi per la salute in termini di morti premature e anni di vita persi (YLL) attribuibili all'esposizione al particolato fine (PM 2,5) sono stimati per i paesi con alcune delle più grandi popolazioni, vale a dire, in ordine decrescente, Germania, Italia, Polonia, Stati Uniti Regno e Francia.
L’Italia in particolare presenta ben 49.900 morti premature, equivalenti 504.500 anni di vita persi.
 
La mortalità evitabile per esposzione al biossio di azoto. I maggiori rischi per la salute in termini di morti premature e anni di vita persi (YLL) attribuibili all'esposizione al biossido di azoto (NO 2) sono stimati per i paesi con alcune delle più grandi popolazioni, vale a dire, in ordine decrescente, Italia, Spagna, Germania, Stati Uniti Regno e Francia.
L’Italia in particolare presenta 10.640 morti premature e 107.600 anni di vita persi.
 
Considerando YLL per 100.000 abitanti, gli impatti più significativi si osservano, in ordine decrescente, in Grecia, Romania, Italia, Bulgaria e Spagna. I più piccoli impatti relativi sulla salute si riscontrano nei paesi nordici e baltici.
 
La mortalità evitabile per esposizione all'ozono. I maggiori rischi per la salute in termini di decessi prematuri totali e anni di vita persi (YLL) attribuibili all'esposizione all’ozono (O 3) sono stati osservati, in ordine decrescente, in Germania, Italia, Francia, Spagna e Polonia.
L’Italia in particolare presenta 3.170 morti premature e 33.200 anni di vita persi.
I paesi con i più alti tassi di YLL per 100.000 abitanti sono stati, in ordine decrescente, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Albania, Croazia e Grecia. I paesi con gli impatti relativi più bassi sulla salute dall'esposizione all'O 3 sono stati, in ordine crescente, Islanda, Irlanda, Regno Unito, Norvegia e Finlandia.
 
Tuttavia, considerando YLL per 100.000 abitanti, gli impatti più significativi si osservano nei paesi dell'Europa centrale e orientale (dove si osservano anche le più alte concentrazioni di PM 2,5 ), ovvero, in ordine decrescente, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Kosovo, Macedonia del Nord e Bulgaria. Gli impatti relativi minori si riscontrano nei paesi situati nel nord e nord-ovest dell'Europa, dove le concentrazioni sono più basse.

“Investire in un riscaldamento più pulito, mobilità, agricoltura e industria migliora la salute, la produttività e la qualità della vita per tutti gli europei e soprattutto per i più vulnerabili. Questi investimenti salvano vite e aiutano anche ad accelerare i progressi verso la neutralità del carbonio e una forte biodiversità", ha affermato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell'AEA.
 
“Respirare aria pulita dovrebbe essere un diritto umano fondamentale. È una condizione necessaria per società sane e produttive. Anche con i miglioramenti della qualità dell'aria negli ultimi anni nella nostra regione, abbiamo ancora molta strada da fare per raggiungere i livelli delle nuove linee guida globali sulla qualità dell'aria dell'OMS", ha affermato il direttore regionale dell'OMS per l'Europa, Hans Henri P. Kluge che ha aggiunto com "all'OMS accogliamo con favore il lavoro svolto dall'AEA, che ci mostra tutte le vite che potrebbero essere salvate se i nuovi livelli di qualità dell'aria fossero raggiunti, fornendo ai responsabili politici solide prove sull'urgente necessità di affrontare questo onere sanitario".
  

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