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Mercoledì 24 NOVEMBRE 2021
Covid. Ecdc: “Con feste natalizie possibile nuova impennata di casi in Europa. Rischio infezione si riduce solo con percentuali di vaccinazioni superiore all’80% sul totale della popolazione e con uso di mascherine e distanziamento”

L’Ecdc ha aggiornato le sue valutazioni di rischio in previsione delle prossime feste natalizie che comporteranno maggiori contatti e assembramenti. Ad oggi mediamente è vaccinato il 65,4% della popolazione europea. In Italia gli ultimi dati del Governo indicano una percentuale di vaccinati a ciclo completo del 76,6%. “Abbiamo a disposizione vaccini sicuri ed efficaci e fino a quando una parte più ampia della popolazione non sarà immunizzata, gli interventi non farmaceutici devono continuare a far parte della nostra routine quotidiana” ha detto la direttrice dell’Ecdc. IL RAPPORTO.

Per l’Ecdc l’approssimarsi delle festività natalizie suscita preoccupazione per gli invitabili maggiori assembramenti e incontri familiari e con amici che potrebbero provocare un’ulteriore impennata di contagi.
 
A tracciare lo scenario è Andrea Ammon, Direttore ECDC che sulla base delle più recenti valutazioni previsionali sottolinea oggi che “il potenziale carico di malattia nell'UE/SEE dalla variante Delta sarà molto elevato a dicembre e gennaio, a meno che non vengano applicate subito misure di sanità pubblica in combinazione con gli sforzi continui per aumentare le somministrazioni del vaccino nella popolazione”.
 
“Dall'inizio dell'anno – sottolinea Ammon - abbiamo assistito a un rapido lancio di programmi di vaccinazione nell'UE/SEE che ha evitato con successo i decessi e ha ridotto i ricoveri e la trasmissione. Ma ci sono ancora sottopopolazioni e gruppi di età in cui la copertura rimane inferiore a quanto auspicato, anche nei paesi che hanno raggiunto una buona copertura vaccinale complessiva”.
 
E, aggiunge, “ci sono ancora troppe persone a rischio di grave infezione da COVID-19 che dobbiamo proteggere il prima possibile. Dobbiamo concentrarci con urgenza sulla chiusura di questo divario immunitario, offrire dosi di richiamo a tutti gli adulti e reintrodurre anche le misure di prevenzione non farmaceutiche”.
 
“Attualmente – sottolinea Ammon - meno del 70% della popolazione complessiva nell'UE/SEE è stata completamente vaccinata. Ciò lascia un ampio divario vaccinale che non può essere colmato rapidamente e che offre ampio spazio alla diffusione del virus”.
 
Le previsioni dell’Ecdc mostrano che nelle prossime settimane e mesi crescerà esponenzialmente il numero di nuovi ricoveri ospedalieri per COVID-19 tra i non vaccinati, e in particolare tra i non vaccinati dei gruppi più a rischio.
 
E purtroppo, osserva Ammon, “l'attuale livello complessivo di diffusione della vaccinazione nell'UE/SEE sarà insufficiente a limitare l'onere di nuovi casi di COVID-19 e di ulteriori ricoveri ospedalieri durante i mesi invernali, soprattutto nei paesi con livelli di vaccinazione inferiori”.
 
“L'aumento della copertura vaccinale COVID-19 in tutte le fasce d'età ammissibili, ma in particolare tra gli anziani, i soggetti vulnerabili e gli operatori sanitari, dovrebbe rimanere la priorità per le autorità sanitarie pubbliche. L'Europa – ha aggiunto Ammon - deve colmare le lacune immunitarie nella popolazione adulta e garantire una copertura efficace ed equa tra paesi e regioni”.
 
“I paesi dovrebbero anche prendere in considerazione una dose di richiamo per tutti gli adulti di età pari o superiore a 18 anni, con una priorità per le persone di età superiore ai 40 anni. Questo – spiega la direttrice dell’Ecdc - per aumentare la protezione contro le infezioni dovute alla diminuzione dell'immunità che potrebbe potenzialmente ridurre la trasmissione nella popolazione e prevenire ulteriori ricoveri e decessi”.
 
Bisogna poi considerare che comunque “l'implementazione dei programmi di vaccinazione richiede tempo e il pieno effetto dei vaccini arriva solo due settimane dopo la vaccinazione e poiché vi sono prove di una diminuzione dell'efficacia dei vaccini nel tempo contro l'infezione e la trasmissione, è anche importante mantenere o reintrodurre interventi non farmaceutici”, ha aggiunto Ammon.
 
“Motivare le persone a seguire queste misure è ancora più importante mentre ci muoviamo verso l'inverno e le festività natalizie, quando più persone viaggeranno e si riuniranno al chiuso. Sono consapevole che per raggiungere questo obiettivo è necessario uno sforzo significativo da parte delle autorità sanitarie pubbliche e della società in generale. Ma ora è il momento di fare il possibile. Abbiamo a disposizione vaccini sicuri ed efficaci e fino a quando una parte più ampia della popolazione ammissibile non sarà immunizzata, gli interventi non farmaceutici devono continuare a far parte della nostra routine quotidiana” ha concluso la direttrice dell’Ecdc.
 
 
A fronte di queste osservazioni la situazione non è però rassicurante. Il ritmo complessivo dell'aumento settimanale della diffusione dei vaccini nell'UE/SEE sta rallentando e quattro paesi europei stanno ancora segnalando meno del 50% delle persone completamente vaccinate sulla popolazione totale.
 
Le previsioni dell’Ecdc prendono in considerazione la percentuale di somministrazioni di vaccino (comprese le vaccinazioni con "dose aggiuntiva" e "richiamo"), l'efficacia del vaccino, il calo dell'immunità indotta dal vaccino, la vaccinazione dei bambini, l'immunità naturale e i tassi di contatto della popolazione e indicano che il potenziale onere del rischio di malattia nell'UE /EEA dalla variante Delta dovrebbe essere molto alto a dicembre e gennaio, a meno che non siano di nuovo utilizzate subito tutte le misure di prevenzione non farmaceutica (mascherina, lavaggio mani, distanziamento) in combinazione con sforzi continui per aumentare le vaccinazioni.

Nella figura qui sotto le nuove evidenze di rischio formulate dall’Ecdc per i Paesi con copertura vaccinale bassa/media (<60%) o media (60-80%) e per quelli con una maggiore diffusione del vaccino (>80%) della popolazione totale.
 
L’Italia ad oggi (24 novembre) ha una percentuale di completamente vaccinati del 76,6% della popolazione totale (45.435.706 vaccinazioni a ciclo completo su 59.257.566 residenti in Italia al 1 gennaio 2021).
 

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