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Lunedì 29 NOVEMBRE 2021
Nasce il Coordinamento nazionale degli Psicologi direttori del SSN



Gentile Direttore,
si è tenuto a Roma il convegno nazionale promosso dal CNOP “Psicologia e pandemia nel SSN: interventi su utenti ed operatori negli ospedali e nel territorio” durante il quale sono state presentate una serie di esperienze realizzate durante l’ultimo anno e mezzo per rispondere a tante situazioni critiche causate dalla pandemia.
 
“Un servizio sanitario rinnovato, che ha fatto tesoro da ciò che è successo nella pandemia, non può prescindere dalla Psicologia e pensare ad una presenza più puntuale della professione psicologica, come le stesse leggi approvate dal Parlamento, la 126/2020 sul benessere psicologico e la 176/2020 sull’area funzionale di Psicologia, ci spingono a fare” ha evidenziato il Segretario Generale del Ministero della Salute Giovanni Leonardi aprendo il convegno.
 
Dal canto suo il presidente nazionale dell’Ordine Psicologi Lazzari ha sottolineato tra l’alto che “la professione, nonostante la presenza numericamente inadeguata, ha fatto la sua parte nella pandemia. Le decine di esperienze presentate al convegno mostrano la rilevanza dei bisogni intercettati e delle risposte fornite, con una grande soddisfazione e partecipazione da parte dell’utenza e degli operatori coinvolti”.
 
Al termine del convegno si è tenuta la prima assemblea del Coordinamento degli Psicologi direttori/responsabili nel SSN che ha sottolineato la necessità che il nuovo Sistema Sanitario si riorganizzi sulla base di una nuova e più adeguata visione culturale e scientifica, in particolare:
- passare da una “salute del corpo” ad una “salute della persona”, tenendo conto dell’importanza degli aspetti e delle competenze psicologiche nella prevenzione, nei percorsi di cura, nel recupero e riabilitazione, nelle reti per disabilità, cronicità, non autosufficienza. Per una Sanità in grado di fare questo passaggio culturale, prima ancora che organizzativo, le competenze psicologiche sono fondamentali e non marginali e residuali. E non si tratta solo di migliorare l’operatività ma di dare lo specifico contributo scientifico-culturale proprio della Psicologia, che non è riconducibile alle scienze biomediche e a quelle sociali, come afferma il modello bio-psico-sociale;
 
- realizzare la previsione normativa dell’Area Funzionale di Psicologia in ogni Azienda territoriale ed ospedaliera - svincolata da uno specifico dipartimento tematico - per consentire una gestione unitaria e coordinata delle competenze psicologiche nella loro trasversalità orizzontale (Psicologia clinica, di comunità, del lavoro e organizzazioni, della salute, ecc.) e verticale (cure primarie, case di comunità, servizi specialistici, strutture residenziali e ospedale);
 
- valorizzare ad ogni livello e contesto le specifiche competenze psicologiche sui fattori personali e relazionali, individuali e collettivi, in grado di intercettare e rispondere alle diverse situazioni di disagio, di attivare e rinforzare gli aspetti preventivi, di fare empowerment potenziando le risorse adattive e di fronteggiamento. Un Sanità centrata solo sulla cura è ormai inadeguata, c’è bisogno di potenziare le strategie che impediscono ai problemi di aggravarsi, che diano alle persone maggiori strumenti per gestire le situazioni, per costituire reti di aiuto, non passivo o meramente assistenzialistico, alle sempre più numerose situazioni di cronicità, disabilità e non autosufficienza.
 
La professione psicologica non ha avuto sinora uno standard organizzativo omogeneo sul piano nazionale, in grado di riconoscerne le specificità e valorizzarne le competenze. Il panorama attuale rivela una situazione inaccettabile a macchia di leopardo e troppo distante da ciò che è scritto nei LEA e nelle diverse normative.
 
La Psicologia nel SSN è nata nei consultori, nei servizi per l’infanzia, nelle dipendenze, nei servizi di salute mentale, ma non può essere confinata nel suo complesso in nessuno di questi ambiti, se si vuole che compia la sua missione e si accorci la distanza tra norme, bisogni reali e prestazioni psicologiche. Va riconosciuto un ambito specifico, una autonomia gestionale in grado di assicurare la presenza operativa nei diversi contesti e di ottimizzare il rapporto costi-benefici a vantaggio di tutta la collettività.
 
Donatella Fiaschi
Referente “Gruppo di lavoro sanità” del Cnop

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