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Martedì 30 NOVEMBRE 2021
Una classifica sulla salute tutta da rivedere



Gentile Direttore,
le classifiche sulla qualità della vita nelle varie province italiane incuriosiscono sempre. Come minimo uno è curioso di sapere qual è la posizione della propria.  La mia, Ancona, ad esempio è al secondo in Italia nella classifica parziale “sistema salute” all’interno della classifica 2021 di ItaliaOggi sulla qualità della vita in Italia.
 
Nella classifica generale scende purtroppo al 39esimo, ma qui mi interessa la classifica parziale sul sistema salute. Questa è davvero sorprendente, come direbbe Fabio Fazio (grande appassionato dei “davvero” e delle cose “sorprendenti”, fateci caso).
 
Qualche anomalia (almeno ai miei occhi): la prima Provincia della Emilia-Romagna in questa classifica è Ravenna al 21esimo posto (con Reggio Emilia al 94esimo posto) e la prima del Veneto è Rovigo al 28esimo (con Treviso al 95esimo).
 
In compenso al primo posto abbiamo Isernia e al terzo Catanzaro. Direi che qualcosa non torna. Certo non torna con le tradizionali valutazioni del sistema di monitoraggio ministeriale dei LEA con la vecchia Griglia in cui Molise e Calabria sono nel 2019 le uniche Regioni inadempienti e dove Veneto ed Emilia-Romagna sono rispettivamente al primo e terzo posto.
 
Allora uno va a vedere allora gli indicatori utilizzati:
• sottodimensione reparti specialistici;
• sottodimensione apparecchiature diagnostiche;
• posti letto di ginecologia-ostetricia per 1000 abitanti;
• posti letto in terapia intensiva e terapia intensiva neonatale per 100.000 abitanti;
• posti letto in reparti di oncologia per 1000 abitanti;
• acceleratori lineari per 100.000 abitanti;
• gamma camere per 100.000 abitanti;
• apparecchiature per imaging a risonanza magnetica per 100.000 abitanti;
• tomografi assiali computerizzati per 1000 abitanti.
 
Avere scelto di usare come criteri generali il numero di posti letto e di tecnologie favorisce di per sé le Province con ospedali hub come si dice oggi e con una popolazione ridotta. Ne è uscita una classifica totalmente viziata e concettualmente sbagliata.
 
Sbagliata perché nel 2021, l’anno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e quindi della casa come primo luogo di cura, non si può far uscire una classifica che ha la pretesa di fare valutazioni comparative sul sistema salute in cui il territorio non esiste e i dati sulla salute nemmeno.
 
E fin qui la cosa potrebbe rimanere in un ambito giornalistico e accademico (visto che la classifica si è avvalsa del contributo di una Università, la Sapienza di Roma). Purtroppo senza volerlo è anche pericolosa e fuorviante. E senza volerlo rischia di essere offensiva nei confronti di realtà virtuose.
 
Pericolosa e fuorviante perché alimenta nelle realtà regionali e locali la spinta al ritorno di una centralità mai veramente persa degli ospedali e la rivalsa della periferia verso il Centro. Con Ancona e i suoi tanti ospedali che la collocano al primo posto come potrà porsi un’altra Provincia delle Marche che si trova invece nelle ultime posizioni?
 
Quanto alla penalizzazione delle realtà virtuose mi ha colpito il 69esimo posto di Modena, una Provincia il cui Progetto Demenze – che conosco e apprezzo da molti anni – definisce di per sé con la sua qualità la sanità che vorrei per me e per tutti i cittadini. Ma Modena che pretende con il suo 68posto come apparecchiature di risonanza magnetica ogni 100.000 abitanti?
 
Sono personalmente convinto che i cambiamenti che il PNRR cerca di introdurre abbiano bisogno anche di una diversa cultura dei cittadini. Per questo credo molto nella importanza della public health literacy, definita come “la condizione attraverso la quale individui e gruppi possono ottenere, processare, comprendere, valutare e mettere in pratica le informazioni necessarie per rendere le decisioni di sanità pubblica utili per la comunità”.
 
La classifica di ItaliaOggi sul sistema salute fa, a mio avviso, un cattivo servizio alla cultura sanitaria dei cittadini. C’è tempo per rimediare per la classifica del 2022.
 
Claudio Maria Maffei

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