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Lunedì 10 GENNAIO 2022
Le code al Pronto soccorso sono la prova della necessità di una riforma



Gentile direttore,
sono continue le segnalazioni inerenti disservizi che stanno colpendo alcuni pronto soccorso della penisola, e a cascata tutta la rete dell’emergenza urgenza, a causa della quarta ondata di contagi dovuti al Covid-19. Ci risultano code di ambulanze di fronte ai reparti di emergenza e accettazione, alcune costrette anche a lasciare il paziente sulla propria barella anche all’interno degli stessi e a volte per ore, oltre che un sovraffollamento delle intere strutture ospedaliere. I pazienti, come già tristemente visto nel recente passato, sono costretti a sostare nelle ambulanze, ritardando la loro presa in carico da parte del personale di Pronto soccorso.
 
Una situazione che non esitiamo a definire “pericolosa” per utenti ed operatori.
Preme ricordare che il mancato pronto disimpegno delle ambulanze paralizza il braccio operativo del soccorso extraospedaliero, creando inevitabili ritardi per le successive richieste di soccorso, indipendentemente dalla gravità delle stesse.
 
Da operatori dell’emergenza ci stringiamo idealmente a tutti i colleghi infermieri, medici, OSS, autisti soccorritori e volontari, tutti un tempo eroi, che ormai stoicamente resistono, stanchi ed impotenti, all’ennesimo prevedibile assalto.
Siamo certi che il nostro comune spirito di dedizione e professionalità permetterà ancora una volta di arginare al meglio la situazione. Questo, però, non può diventare un alibi per nessuno.
 
In questo contesto è doveroso porre una riflessione, in quanto la ciclicità dell’evento avrebbe potuto permettere alle amministrazioni di porre rimedio per tempo attraverso una migliore programmazione, per non vederci nuovamente calati in questa triste realtà che sta ormai assumendo i delineati contorni “neri” di una anormale consuetudine.
Abbiamo più volte sostenuto la necessità di una revisione organica del sistema di emergenza urgenza, costretti come siamo ad assistere al triste teatrino di proposte di riforma sostenute da personaggi che operano in sistemi di emergenza nei quali le file di fronte ai pronto soccorso sono tra le più lunghe, utili solo a mantenere poltrone di direzione per chi già le detiene, o a crearne altre, senza che queste siano in grado di restituire un valore tangibile in termini di outcome sull’utenza.
 
Non è di questo che la cittadinanza, specie in un’epoca buia per il sistema sanitario come quella che stiamo vivendo, ha bisogno.
Serve, al contrario, valorizzare ed armonizzare le competenze degli operatori del sistema cercando, nel contempo, di dare risalto a quelle molte esperienze virtuose presenti nel contesto nazionale ed internazionale.
 
È necessario un serio ripensamento riguardo a quella che è la mission del sistema di emergenza territoriale ed ospedaliera, che sempre più spesso si trova ad essere l’unica vera e pronta risposta alla cittadinanza, anche per situazioni che potrebbero e dovrebbero essere gestite altrimenti.
Serve coraggio politico e gestionale per governare la nave in un mare che non è mai stato così tempestoso. Quello stesso coraggio che molti amministratori, in queste ore, chiedono agli operatori del sistema, gli unici che dimostrano di averne davvero.
 
Il Comitato Direttivo Nazionale SIIET

 

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