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Venerdì 28 GENNAIO 2022
L’Emilia-Romagna ha approvato il nuovo Piano regionale per la prevenzione

Sono complessivamente 20 i programmi del nuovo Piano Regionale della Prevenzione articolati su 4 macroaree: malattie croniche, malattie trasmissibili, ambiente e clima, sicurezza. Donini: “Uno strumento per farci trovare pronti a prevenire e affrontare le nuove sfide sanitarie del futuro, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la qualità di vita dei nostri cittadini”. IL PIANO E LA SINTESI

Integrazione, rete, equità, Case della salute: su queste parole chiave si snoda il nuovo Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025 dell’Emilia-Romagna (PRP), recentemente approvato dalla Giunta. “Si tratta dello strumento di riferimento per eccellenza per tutti gli interventi e i programmi messi in campo dal Servizio sanitario – Regione e Ausl - per tutelare e promuovere la salute della popolazione che vive e lavora in Emilia-Romagna”, spiega la Regione in una nota. “Il tutto - evidenzia - ‘in concerto’ con tanti altri settori, quali ambiente, scuola, agricoltura, attività produttive, sport - come previsto anche dalla legge regionale 19/2018 sulla prevenzione e la promozione della salute - perché la salute e il benessere della comunità sono determinati da molti fattori”.

A partire dagli indirizzi forniti dal Piano Nazionale di Prevenzione 2020-2025 del ministero della Salute, il documento è stato integrato con le azioni necessarie a livello regionale alla luce del quadro epidemiologico e della specificità dei dati locali.

Sono venti i programmi su cui si articola, accomunati da un obiettivo: promuovere la salute in tutte le politiche, dalla sicurezza sul lavoro alla lotta alle dipendenze, dal sostegno ai più vulnerabili sino alla promozione di stili di vita corretti in ambienti sani.

La maggior parte degli interventi prevede il potenziamento della rete regionale delle Case della salute, luoghi ideali sia nella gestione dei percorsi assistenziali che nella prevenzione primaria, in quanto non si limitano al ruolo di cura, ma sono un raccordo tra ambiente sanitario e popolazione per la promozione della salute.

I programmi sono raggruppati per aree tematiche, legate ai principali destinatari degli interventi: 5 programmi sono rivolti alla popolazione generale per favorire stili di vita salutari e contrastare le malattie croniche, 6 sono i programmi che interessano prevalentemente l’ambito sanitario e contrastano le malattie trasmissibili, 3 i programmi che declinano il tema ambiente clima e salute e infine 6 programmi sono dedicati alla promozione della sicurezza e della salute in ambiente di vita e di lavoro.

“I piani di prevenzione funzionano quando nemmeno ci si accorge della loro esistenza, perché servono a promuovere la salute nella quotidianità- commenta nella nota l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. L’esperienza degli ultimi anni ci insegna tuttavia a non abbassare mai la guardia di fronte agli imprevisti: serve una strategia multidisciplinare, intersettoriale e coordinata. Covid a parte, ci sono malattie infettive che rappresentano un rischio emergente soprattutto a causa della globalizzazione e dei cambiamenti climatici; nuove dipendenze, come quelle per la tecnologia da parte degli adolescenti, impensabili solo qualche anno fa; una popolazione che oltre a invecchiare tende a muoversi meno del necessario. Per non parlare del rispetto della salute dei lavoratori. Il nostro dovere è farci trovare pronti a prevenire ed affrontare le sfide del futuro, promuovendo un’idea di salute che non è semplicemente assenza di malattie ma benessere psicofisico globale. L’obiettivo finale- chiude Donini- è quello di rafforzare ulteriormente il nostro servizio sanitario, migliorando ulteriormente la qualità di vita dei nostri cittadini”.

La scelta che sta alla base del nuovo Piano di prevenzione, evidenzia la nota regionale, “è quella di integrare energie e risorse provenienti da settori diversi, incentivare la creazione e il mantenimento di reti coordinate tra Regione, Ausl, enti locali, imprese, associazioni di volontariato, professionisti pubblici e privati, utilizzare in maniera sempre più estesa applicativi informatici e banche dati sia per la fase di monitoraggio e controllo, sia per quella di comunicazione trasparente dei risultati”.

Il tutto "senza trascurare le azioni trasversali sostenute dal Piano Nazionale: la necessità di investire sulla formazione, di salvaguardare l’equità attraverso strategie differenziate, di coinvolgere i cittadini tramite azioni di comunicazione e di marketing sociale che raggiungano pubblici diversi”.

Sono coinvolti in maniera diversa tutti gli Assessorati regionali “che daranno continuità alle azioni già portate avanti negli anni precedenti. La Regione - sottolinea infatti la nota - affronta infatti il nuovo Piano forte delle competenze organizzative e relazionali maturate dal 2005 in poi, beneficiando dello stretto rapporto di collaborazione con le Aziende Usl per la definizione, l’avanzamento e il monitoraggio delle attività”.

Senza contare che "un positivo impulso al PRP è derivato anche dall’approvazione della Legge regionale (n.19/2018) “Promozione della Salute, del benessere della persona e della comunità e prevenzione primaria”, in particolare per quanto riguarda la trasversalità del tema salute nelle politiche di differenti settori". Il PRP, che fa parte degli adempimenti per l’accesso al maggior finanziamento delle risorse del Sistema Sanitario Nazionale, prevede una cabina di regia coordinata da un responsabile regionale cui partecipano le Ausl, che a loro volto redigono un piano attuativo locale del PRP, i responsabili dei singoli piani e l’Anci-Emilia-Romagna.

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