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Lunedì 31 GENNAIO 2022
Veneto. Nel 2021 aumentano i decessi tra 65 e i 74 anni. Colpa del rinvio delle prestazioni per emergenza Covid. Studio SPI Cgil

Dallo studio emerge che la differenza tra i deceduti nel 2020 e quelli nel 2021 è complessivamente di 276 unità. Secondo lo SPI Cgil Veneto la causa dei decessi è imputabile alle mancate prestazioni ospedaliere rinviate a causa del Covid. Al momento risulterebbero ancora inevase 400 mila richieste

“Il rinvio a causa del Covid di tante prestazioni sanitarie, delle operazioni meno urgenti, delle visite specialistiche fino a screening, a volte anche oncologici  in conseguenza all’emergenza sanitaria e al conseguente intasamento degli ospedali e delle terapie intensive, rappresenta una delle principali cause dell’alta mortalità registrata fra gli anziani veneti anche nel 2021”.
È questa la valutazione espressa dallo SPI Cgil Veneto di fronte ai recenti dati Istat elaborati dallo stesso sindacato dei pensionati.
 
Secondo quanto emerso dalllo studio in Veneto i morti nel 2020, anno in cui non c’erano i vaccini anti Coronavirus, sono stati 40.010, mentre nell’anno appena trascorso se ne contano 39.734, con una maggiorazione di decessi nella fascia 65-74 anni, la differenza tra i deceduti nel 2020 e quelli nel 2021, complessivamente è di 276 unità.
Secondo lo SPI Cgil Veneto la causa dei decessi è imputabile alle mancate prestazioni ospedaliere rinviate a causa del Covid che contano ancora 400 mila inevase: “È necessario che la Regione intervenga con più decisione e al più presto per recuperare le prestazioni rinviate e garantire a tutti, ma in particolare alle persone anziane, le cure adeguate per evitare l’aggravamento di malattie croniche o pregresse”.

“Il nostro studio inizia nel 2020 e si basava sul tasso di mortalità degli anziani. Dati che la Regione Veneto ci dava nella prima ondata ed erano riferibili alle case di riposo. Dai nostri studi – commenta Elena Di Gregorio, segretaria generale dello SPI Cgil del Veneto – ci siamo accorti che i morti nel totale erano molti di più rispetto a quelli regionali imputabili direttamente al Covid. Ci siamo perciò interrogati se la differenza fosse imputabile ad altre cause come per esempio alla mortalità indiretta al Covid. Da questo ‘sospetto’ ci siamo messi a monitorare l’evoluzione demografica dei decessi e capire cosa stava accadendo”.
 
“È vero che nei primi mesi del 2021 abbiamo scontato la seconda terribile ondata che ha colpito il Veneto, a partire dall’autunno del 2020. Ma l’altissima mortalità degli anziani anche nell’anno passato, dopo la massiccia vaccinazione soprattutto fra gli over 80 che ha, di fatto, bloccato la strage nelle case di riposo – spiega Di Gregorio – ci fa riflettere e conferma i timori già espressi. Il sostanziale blocco della sanità ordinaria ha reso ancora più vulnerabili gli anziani e in particolare gli ultra 75enni. Purtroppo, come denunciato di recente anche dalla società italiana dei chirurgi, questa situazione si è ripresentata in tutta la sua gravità”.
 
Lo studio di SPI Cgil Veneto accende i riflettori sulle circa 400 mila prestazioni da evadere, come ad esempio: visite, screening, piani terapeutici, operazioni chirurgiche ritenute non urgenti e rinviate da inizio pandemia ad oggi, ecc. ecc. E tutto ciò con un effetto che ha fatto secondo la tabella in allegato, equiparare i decessi sulla popolazione fra i due anni a confronto, penalizzando nel 2021 la classe di età 65-74 anni.

“In Veneto quasi un over 65 su due soffre di più malattie croniche anche gravi, con una percentuale che si impenna al 60% fra gli ultra-ottantacinquenni. La prima soluzione è ovviamente il vaccino che è il principale strumento per ridurre i contagi e quindi gli intasamenti nei reparti ospedalieri. Da questo punto di vista, i nostri anziani sono stati molto bravi perché, come dicono gli esperti, io vaccino riduce in modo radicale la possibilità di ammalarsi gravemente e di morire di Covid. È necessario però che la Regione intervenga con più decisione e al più presto per recuperare le prestazioni rinviate e garantire a tutti, ma in particolare alle persone anziane, le cure adeguate per evitare l’aggravamento di malattie croniche o pregresse, causando altri decessi” conclude la segretaria dello SPI Cgil Veneto
 
Endrius Salvalaggio
 

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