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Giovedì 03 FEBBRAIO 2022
Medicina Generale. Anche lo Snami proclama stato d’agitazione: “Da Governo e Regioni confusione su futuro categoria”

Il sindacato autonomo si unisce agli altri sindacati contrari all’Acn 2016-2018: “I Medici di Medicina Generale continuano a sopperire alle inefficienze del sistema. Le proposte avanzate appaiono confuse e spesso in contraddizione tra di loro; a ciò si aggiunge che tali misure proposte dovranno innestarsi all’interno della missione 6 del PNRR che appare come un mero investimento immobiliare sul territorio senza alcuna attenzione al personale medico”. LA LETTERA

“A 2 anni dall’inizio della pandemia non si notano miglioramenti dello stato in cui versa la Medicina territoriale. I Medici di Medicina Generale continuano a sopperire alle inefficienze del sistema, in particolare, riguardo alle incombenze burocratiche legate al tracciamento dei pazienti Covid 19, ai tamponi, al loro isolamento/quarantena, alla liberazione dall’isolamento, alle vaccinazioni anti SARS-CoV-2. Compiti aggiuntivi che quotidianamente si è costretti ad affrontare, oltre alle visite domiciliari e alla gestione delle difficoltà da parte dell’utenza ad effettuare le visite di controllo per patologie croniche (diabetici, cardiopatici, affetti da broncopneumopatie, oncologici, ecc.) che quindi ricadono completamente o quasi sulla Medicina Generale. Inoltre i Medici di Medicina Generale eseguono visite domiciliari, certificati Inps e Inail, assistenza domiciliare integrata, assistenza domiciliare programmata, etc”. Inizia così la nota con cui lo Snami ha proclamato lo stato di agitazione così come hanno fatto nei giorni scorsi gli altri sindacati contrari all’Acn 2016-2018.
 
Il sindacato rileva poi come “le risorse economiche messe in campo appaiono largamente insufficienti per coprire anche solo l’aggravio dei fattori di produzione della categoria e che non si ravvede alcuna risposta alle carenze strutturali territoriali e ai relativi incentivi”.
 
Infine lo Snami si dice “allarmato per la confusione in atto tra Governo, Ministero della Salute e Regioni riguardo alla prossima strutturazione delle cure territoriali. Le proposte avanzate appaiono confuse e spesso in contraddizione tra di loro; a ciò si aggiunge che tali misure proposte dovranno innestarsi all’interno della missione 6 del PNRR che appare come un mero investimento immobiliare sul territorio senza alcuna attenzione al personale medico”.

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