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Martedì 08 FEBBRAIO 2022
Sondaggio della Cimo-Fesmed: “Solo il 25% dei medici in Puglia resterebbe negli ospedali”

“Il 18% sogna la pensione, il 19% fuggirebbe all’estero, il 20% vorrebbe dedicarsi alla libera professione ed il 18% preferirebbe lavorare in una struttura privata. Il 25,6% appenderebbe il camice bianco al chiodo e sceglierebbe un'altra professione”. Il malcontento, secondo il report, sarebbe stato reso più profondo da 2 anni di pandemia: “Il 67% è costretto agli straordinari, di questi il 17% lavora più di 48 ore a settimana”.

“Tre medici su quattro sono pronti a lasciare gli ospedali, solo il 25% dei medici ospedalieri pugliesi, potendo scegliere, continuerebbe a lavorare in un ospedale pubblico. Il 18% sogna la pensione, il 19% fuggirebbe all’estero, il 20% vorrebbe dedicarsi alla libera professione ed il 18% preferirebbe lavorare in una struttura privata. Il 25,6% appenderebbe il camice bianco al chiodo e sceglierebbe un'altra professione”. È quanto emerge dal sondaggio condotto dalla Federazione Cimo-Fesmed, sindacato di categoria, cui hanno risposto 307 medici pugliesi.

Il malcontento, secondo il report, sarebbe stato reso più profondo da due anni di emergenza Covid-19. “Analizzando i risultati dell'indagine - si legge in una nota -  emergono con forza infatti le cause di tale insoddisfazione: il 67% dei medici pugliesi è costretto agli straordinari, e di questi il 17% lavora più di 48 ore a settimana, violando la normativa europea sull'orario di lavoro. Ore impiegate, perlopiù, compilando atti amministrativi: il 73% ritiene infatti eccessivo il tempo da dedicare alla burocrazia. Impossibile per molti, infine, andare in ferie: il 63% dei medici pugliesi che hanno risposto al sondaggio ha infatti accumulato più di 50 giorni di ferie. Non c’è da sorprendersi, allora, se il 18% ritiene “pessima” la qualità della propria vita”.

Nei due anni di emergenza causati dal Covid-19 è stato rilevato un aumento dello stress psicofisico (ritenuto elevato dal 73% dei medici), della percezione del rischio professionale (alto per il 67% degli aderenti) e della sicurezza della propria famiglia (62%).

Sembrerebbero peggiorate le aspettative che i medici pugliesi hanno per il proprio futuro: solo il 24% spera nel miglioramento della professione, il 10% nello sviluppo della propria carriera e, addirittura, il 3% in un aumento di stipendio.

“L'insofferenza dei colleghi è palpabile negli ospedali - commenta il segretario di Cimo Puglia Arturo Oliva, che è anche il presidente dell'Ordine dei medici di Brindisi -, ed il rischio che molti decidano di rinunciare alla dipendenza del Servizio Sanitario Nazionale è sotto gli occhi di tutti, come dimostrano questi dati. Forse non delle istituzioni, che continuano a rimanere sorde ai nostri gridi di allarme”.

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