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Giovedì 10 FEBBRAIO 2022
Per i medici serve un “ruolo speciale”



Gentile Direttore,
usando un linguaggio aeronautico possiamo affermare che siamo in rampa di lancio, la sesta missione con al comando le regioni è pronta a decollare, piani dettagliati, tante case della salute...ops scusate di comunità, ospedali di comunità, telemedicina ecc. ecc., scadenza 31 dicembre 2026.
 
Ed eccoci al primo ritardo dove li prendiamo i medici per far funzionare queste strutture? Per formarne ci vogliono almeno 6 anni ma dobbiamo calcolare che abbiamo 12.000 medici di famiglia da impiegare in queste strutture, tra 4 anni quanti ne rimarranno? In quale forma contrattuale li inquadreremo? Nuova convenzione? Dipendenza? E da un punto di vista previdenziale chi gestirà le loro pensioni l’ENPAM o l’INPS?
 
Troppe domande, ma dal 2027 le risorse per far funzionare bene questo sistema occorrerà trovarle in casa e magari iniziando a riappropriarci di quei giovani studenti italiani che stanno studiando nelle università estere, facendogli terminare il percorso nelle nostre facoltà mediche che 2-3-4 anni prima non li avevano selezionati per l’esiguo numero di posti.
 
Si parla di rientro di cervelli e la soluzione è a pochi chilometri e risolvibile con qualche decreto, si guadagnerebbe quel tempo necessario per avere giovani medici pronti da inserire nel sistema.
 
Ma gli altri come li “inquadriamo” dipendenti, convenzionati, dirigenti, la pandemia ci ha fatto capire che il medico è strategico in ogni suo ruolo, dal medico di medicina generale al superspecialista ospedaliero, ci sembra giunta l’ora di un “ruolo speciale”, meno legato ad un contratto della dirigenza che stenta ad adattarsi al ruolo del medico sempre più oberato da funzioni amministrative che lo sottraggono alla cura del paziente, umanizzare le cure vuole dire innanzitutto riavvicinare chi cura a chi chiede aiuto, anche in maniera “virtuale” con la telemedicina, che dovrà essere innanzitutto accessibile a tutti ma perché ciò avvenga in maniera compiuta occorrerà superare i limiti dell’eccessiva regionalizzazione del sistema e tornare ad investire di più dove si è lasciato troppo indietro qualcuno.
 
Benedetto Magliozzi
Segretario Generale CISL Medici Lazio
Esecutivo Nazionale CISL Medici

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