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Sabato 28 LUGLIO 2012
Giornata mondiale epatiti. Un milione di morti l'anno. OMS: "E' più vicina di quanto pensi". 

Il tipo B e il tipo C uccidono ogni anno un milione di persone. E l'infezione è molto estesa ma molte persone colpite dal virus non lo sanno, perchè può essere a lungo asintomatica. L'Oms chiede di incrementare sforzi per screening, cura e trattamento. I tipi, i dati, i sintomi, i trattamenti.

“It’s closer than you think”, ovvero “è più vicina di quanto pensi”: questo lo slogan scelto quest’anno dall’Oms per la Giornata Mondiale dell’Epatite, fissata per oggi 28 luglio con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sulla diffusione della malattia. Seppure la malattia cone le sue differenti tipologia (vedi schede Oms) sia piuttosto diffusa, letale (un milione di morti all'anno tra epatite B e C) e causa di diverse malattie croniche, secondo l’Oms sono ancora troppe tra le persone infette dal virus non sanno di esserlo. Per risolvere questo problema, si rendono dunque necessari ulteriori sforzi dai governi.
 
Lanciata nel 2008 dalla World Hepatitis Alliance e ufficializzata nel 2010 durante i lavori della 63esima Assemblea mondiale della sanità, la Giornata ha come obiettivo principale quello di catturare l’attenzione mondiale rivolgendola verso le persone affette da epatite (in particolare la B e la C) e ricordando l’importanza delle fasi di prevenzione e di cura. “La stragrande maggioranza delle persone malate di epatite non ne sono coscienti, dunque non hanno diagnosi e non vengono curate”, ha commentato Sylvie Briand, del dipartimento di malattie pandemiche e epidemiche dell’Oms. “Solo aumentando la consapevolezza sulle diverse forme di epatite, e su come prevenirle e trattarle, potremo fare passi in avanti verso il controllo della malattia, e quindi salvare migliaia di vite”.
 
Per preparare questa giornata mondiale, l’Oms ha lanciato un nuovo quadro normativo globale per affrontare l’infezione. Tra le altre cose, il programma prevede come priorità quelle di aumentare la consapevolezza, promuovere partnership contro la malattia e recuperare risorse utili. Ma anche: trasformare le conoscenze scientifiche in azioni politiche, promuovere la trasmissione, aumentare le risorse di screening, cura e trattamento. Per fare tutto questo l’Oms ha già annunciato che lavorerà insieme agli Stati membri in ognuna delle aree di priorità, ma con un’attenzione alla specificità territoriale di ogni nazione.
 
Epatite: ma quale?
In particolare, ricordano dall’Oms, i tipi di epatite sono cinque (A, B, C, D, E), ma i ceppi più pericolosi sono l’epatite B e la C, poiché spesso asintomatiche: per questo una grande percentuale di persone affette non sanno di esserlo e se ne accorgono solo decenni dopo il contagio, quando la malattia è diventata ormai cronica. In più, questi due virus sono la causa principale di cirrosi epatica e cancro al fegato.
A seconda del tipo di epatite il contagio è diverso: la B, la C e la D si contraggono venendo a contatto con il sangue infetto di un altro paziente, e nel caso delle prime due anche tramite sesso non protetto, mentre la D può infettare solo le persone già affette da epatite B; la A e la E sono invece causate tipicamente da cibo o acqua infetti, e di solito associate a una scarsa igiene sia personale che dell’ambiente.
Vaccini efficaci sono disponibili per tutti i ceppi, tranne che per l’epatite C.

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