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Mercoledì 23 FEBBRAIO 2022
Sicilia. Raid vandalico alla guardia medica di Palma. La solidarietà della Fnomceo

Secondo quanto riportato dalla stampa locale, ignori sono entrati nella sede del Poliambulatorio sfondando l'ingresso, approfittando dell’assenza del medico, in visita domiciliare. Hanno devastato arredi e vetrate. All'interno della struttura c’è anche la sede del 118, il cui personale ha allertato le forze dell'ordine. Anelli: “Sdegno per odioso gesto, la sicurezza sul lavoro è un diritto”.

“La Federazione nazionale degli Ordini dei Medici si unisce all’Ordine di Agrigento nel manifestare piena solidarietà al personale della guardia medica e 118 di Palma di Montechiaro, bersaglio di un raid vandalico, e sdegno per l’odioso gesto”. Così il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, commenta quanto accaduto due notti fa presso la postazione di guardia medica e Cup di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento. Secondo la stampa locale, i vandali sarebbe entrati entrati nella struttura, sfondando l’ingresso, devastando arredi e vetrate, procurando ingenti danni negli spazi della guardia medica, in quel momento assente per una visita . All'interno della struttura c’è anche la sede del 118, il cui personale ha allertato le forze dell'ordine.

Solidarietà era stata subito espressa anche dal Presidente dell’Ordine dei Medici provinciale, Santo Pitruzzella, che aveva chiesto un potenziamento dei controlli.
 
“Ancora un episodio di violenza in un ambulatorio di guardia medica – continua Anelli -. Postazioni “di frontiera”, spesso non sicure, che tuttavia sono spesso l’unico presidio sul territorio che permette una continuità nell’assistenza. Ringraziamo tutti i colleghi e le colleghe che non si sottraggono, che continuano a operare anche in queste condizioni. Tuttavia, la sicurezza sul lavoro è un diritto: e, quando si parla di salute, è un diritto a valenza esponenziale, che devono vedersi garantiti sia gli operatori sia i pazienti”.   

“Presto si riunirà l’Osservatorio previsto dalla Legge sulla sicurezza degli operatori sanitari – spiega Anelli -. Riprenderà quindi il monitoraggio sulla sicurezza delle sedi e sugli episodi di violenza considerati come “eventi sentinella” per una corretta gestione e prevenzione del rischio. Osservatorio che, anche se non ancora istituito con previsione di legge, era già stato messo in campo sin dal 2018 su istanza della Fnomceo. E proprio durante quelle riunioni, i Nas avevano evidenziato come molte sedi fossero del tutto carenti sul fronte della sicurezza, e facile teatro di aggressioni nei confronti dei medici, soprattutto dei medici donna, lasciati da soli durante i turni di notte, in postazioni prive non solo dei più elementari sistemi di sicurezza e allarme ma, in alcuni casi, anche di porte blindate, addirittura di serrature funzionanti”.

“Per questo abbiamo voluto ambientare il docufilm Notturno, da noi promosso, proprio in una di quelle postazioni, durante un turno di notte, appunto – conclude -. Per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sui rischi inutili e ingiusti, e pericolosi anche per i curati, che molti colleghi sono costretti a correre per non sguarnire territori, per rimanere prossimi ai loro pazienti”.
 
 “Notturno”, prodotto da Corrado Azzollini per Draka Production, in collaborazione con la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) e diretto da Carolina Boco, è stato presentato in anteprima nazionale alla Camera dei Deputati, alla presenza del Ministro della Salute Roberto Speranza, e poi trasmesso su Amazon Prime e, più recentemente, su Rai Storia. Interpretato da Maria Grazia Cucinotta Isabella Ragno, il film alterna parti di fiction alle testimonianze di medici vittime di aggressioni (Ombretta Silecchia, Giovanni Bergantin), del marito di Paola Labriola, la psichiatra, cui il film è dedicato, uccisa da un suo paziente, dei giornalisti Massimo Giletti Gerardo D’Amico e della coordinatrice del Centro medico di Cavarzere Tiziana Mattiazzi. Attraverso un turno di notte in guardia medica, emergono la passione, la paura e la determinazione dell’essere medici ma prima ancora persone, in prima linea per scelta ma vittime di una condizione di insicurezza e solitudine proprio sul posto di lavoro.

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