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Mercoledì 08 AGOSTO 2012
Intervista a Mandelli (Fofi): “Con tutte queste manovre a rischio il futuro del farmacista” 

“In pochi mesi si sono susseguiti una serie di provvedimenti che rappresentano un attacco al sistema farmacia. Chiediamo al Governo garanzie perché questo trend non può continuare”. Parla il presidente dell’Ordine dei farmacisti: “Sono a rischio i livelli occupazionali”. E sui generici: “Polemica pretestuosa”.

"Più che della spending review, che ormai è legge, siamo preoccupati per il futuro della professione e per l’indirizzo che desidera intraprendere il Governo visto il duro attacco normativo messo in atto in pochi mesi nei confronti della categoria”. Guarda al futuro il presidente della Fofi Andrea Mandelli che in questa intervista a Qs parla anche dell’abbassamento del tetto per la farmaceutica territoriale: “È chiaro che rappresenta un disimpegno del Governo”. E poi torna sulla polemica scatenatasi con i medici sui generici: “Andiamo avanti, ognuno nel rispetto del proprio ruolo e nell’interesse del cittadino”.
 
 
Presidente, la spending review è legge. Permane il vostro giudizio negativo?
Certamente, anche se ormai è stata approvata. Ma vede, ciò che più ci preoccupa è la totale assenza di una prospettiva diversa dai tagli. In pochi mesi si sono susseguiti diversi provvedimenti che rappresentano un attacco alla professione e al sistema farmacia. Prima il Salva Italia, poi il Cresci-Italia e ora la spending review. Tutte leggi contenenti misure che ci lasciano perplessi sulla mission che l’Esecutivo ha in mente nei confronti del farmacista.
 
Quali sono i rischi?
Il più serio è un calo dei livelli occupazionali. Del resto il trend legislativo: meno risorse, più farmacie, inserito nel contesto della crisi, rischia di produrre questi effetti. E chiaramente ciò produrrà come esito il fatto di non riuscire più a soddisfare le esigenze del cittadino, che è poi la nostra vocazione primaria.
 
 
Nella spending review vi è l’incremento dello sconto per le farmacie, ma solo fino a gennaio. Poi vi sarà un nuovo decreto che cambierà il sistema di remunerazione, come da voi chiesto da tempo. È un fatto positivo?
Fin dal 2009, quando mi sono insediato come presidente, ho sostenuto fossero maturi i tempi, vista la crescita esponenziale del mercato del generico e la contestuale riduzione di risorse, per un cambiamento del sistema di remunerazione. Per cui il nostro giudizio è positivo ma c’è un problema.
 
Quale?
A mio avviso la tempistica è troppo ristretta. Il lavoro è molto complicato anche tenendo conto dell’ampiezza del tavolo che vedrà coinvolte anche l’Aifa e le Regioni. Sarebbe stato meglio un po’ di tempo in più.
 
 
Cosa dice invece rispetto all’abbassamento del tetto per la farmaceutica territoriale?
È chiaro che rappresenta un disimpegno dello Stato. Ma, come dicevo prima, ciò rientra nel disegno di tagli che sta caratterizzando le ultime manovre. Il problema, ripeto, è che all’orizzonte non vediamo proposte differenti dal drenaggio di risorse.
 
 
In queste ultime settimane si è scatenata una polemica con i medici riguardo alla norma sulla prescrizione dei farmaci generici. Che giudizio si è fatto della questione?
A mio avviso si è esagerato. Credo che la polemica sia stata un po’ pretestuosa in un momento così delicato per il Paese. In ogni caso, credo sia il caso di andare avanti ognuno nel rispetto del proprio ruolo. Lungi da me la volontà di fare il medico e prescrivere medicinali. Il farmacista però ha l’obbligo di indicare e orientare il cittadino, salvo, chiaramente, indicazione specifica del medico. 

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