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Mercoledì 18 MAGGIO 2022
Liste d’attesa. Ruggiero (M5S): “Piano nazionale disatteso, serve trasparenza da parte delle Regioni”

“È positivo l’annuncio del ministro della Salute Roberto Speranza che ha garantito un miliardo di euro alle regioni per recuperare le prestazioni non erogate durante l’emergenza Covid. Tuttavia, se non ci sarà un controllo adeguato dei risultati e di come verranno spese quelle risorse, rischia di essere inutile. Serve un monitoraggio”. Così la capogruppo del MoVimento 5 stelle in commissione Affari sociali.

“Come MoVimento 5 stelle ci siamo impegnati, con l’allora ministra della Salute Giulia Grillo, per approvare un Piano nazionale di governo delle liste di attesa (Pngla) che assicurasse tempi certi per le prestazioni sanitarie: visite, esami diagnostici e operazioni. L’inchiesta pubblicata sul Corriere della Sera, se dovesse trovare riscontro, fotografa invece un quadro per cui quel Piano è sistematicamente aggirato dalle regioni che riportano non i dati reali, ma quelli loro più favorevoli. Dopo l’emergenza Covid, non possono essere più tollerati ritardi: il diritto alla Salute, garantito dall’articolo 32 della Costituzione, non può più essere calpestato, serve trasparenza ed efficienza”.

Così in una nota Francesca Ruggiero, capogruppo del MoVimento 5 stelle in commissione Affari sociali. 

“È positivo - continua - l’annuncio del ministro della Salute Roberto Speranza che ha garantito un miliardo di euro alle regioni per recuperare le prestazioni non erogate durante l’emergenza Covid. Tuttavia, se non ci sarà un controllo adeguato dei risultati e di come verranno spese quelle risorse, rischia di essere inutile. Serve un monitoraggio che riporti i dati reali ed eventualmente un meccanismo correttivo per quegli enti che non riescono a rispettare le tempistiche”. 

“Per recuperare le liste di attesa, non dobbiamo dimenticare che servono anche risorse adeguate per incrementare il personale sanitario. La pandemia ha insegnato che le risorse stanziate per la sanità non sono un costo ma un investimento, per questo non dobbiamo escludere il ricorso a uno scostamento di bilancio e a interventi per aumentare il personale sanitario. Non è accettabile che per una risonanza magnetica alla testa l’attesa sia in media di 12 mesi” conclude.

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