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Mercoledì 15 GIUGNO 2022
“Più risorse e valorizzazione ruolo mmg e altre professioni sanitarie per garantire le cure primarie h24”. Approvata mozione bipartisan alla Camera sulla sanità territoriale

Nel testo approvato dall'aula di Montecitorio si impegna il Governo su 21 punti tracciando la rotta indicata in quel DM 71 approvato lo scorso aprile dal Governo. La premessa è che la riorganizzazione territoriale debba essere "sostenuta dal potenziamento del fabbisogno del personale sanitario e amministrativo, da un'idonea copertura finanziaria, da una riforma delle disposizioni in materia di medici di medicina generale". LA MOZIONE

I problemi del Ssn sono riconducibili a: "alto costo per prestazione con risorse economiche limitate; incremento costante delle richieste di intervento; strutture di ricovero non del tutto idonee (50% degli ospedali hanno meno di 120 posti letto); vetustà del patrimonio edilizio e tecnologie disponibili obsolete; ricoveri non appropriati per degenze prolungate; pronto soccorso con eccesso di utenza e tempi di risposta inadeguati; livelli di sicurezza non sempre appropriati; tempi di attesa elevati per le prestazioni sanitarie; scarsità di personale in termini quali/quantitativi; sede di ricovero non appropriata; copertura completa in ricovero tipici su 5/6 giorni per 8-12 ore/die; bisogni dell'utenza variati e risposte non sempre personalizzate o non sufficientemente personalizzate; elevato livello di burocratizzazione con processi particolarmente complessi per esigenze amministrative; modello organizzativo e normativo ante riforma di cui alla legge n. 833 del 1978 con base organizzativa e gestionale derivata dai modelli mutualistici ante riforma".

Questa la premessa da cui muove una mozione bipartisan sulla sanità territoriale approvata questa mattina dall'aula della Camera.

Nel testo si spiega come una "diversa organizzazione territoriale, che crei un filtro di alto livello e ad indirizzo preventivo, può ridurre in modo importante il fabbisogno sanitario per le patologie acute e cronico degenerative, attraverso la gestione precoce di molte patologie direttamente al domicilio del paziente"; anche la gestione domiciliare, "con un organico significativo, garantisce un'assistenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale di alto livello" e la telemedicina "appare finalmente matura per garantire servizi di alto livello per diagnosi, terapia e follow up di pazienti cronici anche in condizioni di scompenso cronico, per mantenere in equilibrio il paziente".

Inoltre, nell'ambito di una riorganizzazione efficace del nostro sistema sanitario territoriale, "buona parte delle azioni qualificanti su indicate potrebbero essere riconducibili anche alla valorizzazione del ruolo del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta, attraverso lo sviluppo di un effettivo lavoro di equipe con tutte le altre professioni della sanità e dell’assistenza socio-sanitaria e sociale, in una visione olistica della persona, dei suoi bisogni sanitari,  assistenziali e sociali e per un risultato di sintesi che non sia solo medico".

Nella mozione si sottolinea anche il ruolo svolto dalle farmacie che, "ubicate uniformemente sull’intero territorio nazionale, vengono definite nel DM71 presidi sanitari di prossimità e rappresentano un elemento fondamentale ed integrante del Servizio sanitario nazionale; in particolare, la rete capillare delle farmacie assicura quotidianamente prestazioni di servizi sanitari a presidio della salute della cittadinanza così come previsto dalla Farmacia dei Servizi”.

Nel testo si forniscono i seguenti 21 punti con i quali si impegna il Governo a tracciare una nuova rotta per la sanità territoriale:

1. al fine di raggiungere gli obiettivi indicati dalla missione 6 del PNRR e assicurarne l’attuazione uniforme su tutto il territorio nazionale, ad adottare iniziative per prevedere che la riorganizzazione territoriale, come delineata nella bozza di decreto cosiddetto «DM71» sia sostenuta dal potenziamento del fabbisogno del personale sanitario e amministrativo, da un'idonea copertura finanziaria, da una riforma delle disposizioni in materia di medici di medicina generale;

2. a prevedere, in una logica di risposte integrate a vantaggio della comunità, la declinazione e l’impiego delle professioni sanitarie ad alta valenza comunitaria (ad es. fisioterapista di comunità, psicologo di comunità, ostetrica di comunità, dietista di comunità), oltre al coinvolgimento attivo dei tecnici sanitari per le competenze specifiche sui temi della sanità digitale e del connected health

3. ad adottare le iniziative di competenza e a reperire le risorse necessarie nell’ambito del rinnovo dei contratti, al fine di garantire tutele adeguate per i professionisti della medicina convenzionata, con riferimento particolare al riconoscimento dell’infortunio sul lavoro, del diritto alle ferie, della maternità assistita, dei permessi per malattia, nonché politiche continuative per le pari opportunità;

4. a valutare una revisione della formazione dell’operatore sociosanitario affinché venga garantita una migliore risposta ai bisogni di assistenza dei cittadini e non si abbia più una diversificazione e una frammentazione dei percorsi formativi a seconda della regione di appartenenza né una diversa definizione delle loro mansioni;

5. ad adottare le iniziative di competenza, anche normative, affinché i modelli di aggregazione rispondano alla logica della multidisciplinarietà e multi professionalità per l’erogazione delle prestazioni, in regime di convenzione e con obbligazioni di scopo e risultato, previa adeguata formazione del personale coinvolto, assicurando:

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