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Giovedì 23 GIUGNO 2022
Il mistero del DRG scomparso



Gentile Direttore,
il sottotitolo di questa breve storia potrebbe anche essere: “ma le analisi sulle SDO che fine hanno fatto?”. Nel cercare di capire la differenza tra la produzione di ricoveri delle strutture pubbliche e quella delle strutture private ho utilizzato l’annuale Rapporto Ospedali&Salute della Associazione Italiana della Ospedalità Privata (AIOP) che presenta delle interessanti tabelle sui primi 60 DRG causa di ricovero per acuti corrispondenti sia alla produzione totale da parte delle strutture pubbliche e private che a quella delle sole strutture associate AIOP.

Si tratta di una analisi che l’Annuale Rapporto SDO del Ministero non fa limitandosi alla sola analisi dei DRG totali. Il vantaggio della elaborazione AIOP è anche che è più tempestiva di quella del Ministero.

Infatti il Rapporto 2021 dell’AIOP uscito già da alcuni mesi riporta i dati della produzione delle strutture associate del 2020, mentre  il confronto pubblico-privato riesce a farlo solo per il 2019 perché i dati dell’ ultimo Rapporto SDO arriva solo a quest’anno e quello coi dati 2020 deve ancora uscire.

Dalla elaborazione dell’AIOP relativa al 2019, emerge dalla analisi dei dati una clamorosa differenza per un DRG altamente sospetto di inappropriatezza della codifica: il DRG 468, ovvero “Intervento chirurgico esteso non correlato alla diagnosi principale”.

Come si capisce dalla sua stessa definizione si tratta di un DRG ben strano in cui non c’è corrispondenza tra l’intervento chirurgico fatto e il quadro clinico così come descritto nella SDO. Il problema è che è un DRG pesante con un alto valore economico che negli scambi di mobilità viene fissato a   10.158 euro in base all’ultimo Accordo sulla mobilità interregionale aggiornato al 2020 approvato dalla conferenza Stato-Regioni. In questo stesso Accordo si considera del resto questo DRG come DRG da sottoporre a controlli di appropriatezza nel caso si presenti con una casistica minima di tre (3) casi a livello di singola struttura ospedaliera erogante.

Il problema è che nel 2019 questo DRG è stato per frequenza il secondo nella produzione delle strutture AIOP e non figura invece  tra i primi 60 DRG totali. Stiamo parlando di oltre 15.000 casi (15.746 per la precisione). Sono andato a controllare nei Rapporti Annuali AIOP i dati della produzione privata per lo stesso DRG del 2018 (oltre 19.000 casi, pari al terzo posto) e del 2020, anno in cui  il DRG 468 “scompare” e non c’è più tra i 60 DRG più frequenti.

Per certi versi questo andamento rassicura (un DRG ad altissimo rischio di codifica inappropriata all’improvviso cade drasticamente di frequenza nelle strutture private, quelle più interessate a qualunque fenomeno aumenti il valore dei DRG prodotti), dall’altro preoccupa perché rimane a mia conoscenza un fenomeno non spiegato. Preoccupazione che viene aumentata dal fatto che sembra essere molto calata la attenzione verso l’utilizzo delle SDO sia come strumenti di monitoraggio del ridisegno delle reti ospedaliere che come strumento di controllo della appropriatezza dei ricoveri. Il che vale ovviamente sia per le strutture pubbliche che private.

Il PNRR finanzia il rafforzamento del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS), ovvero dell’infrastruttura e degli strumenti di analisi del Ministero della salute per il monitoraggio dei LEA e la programmazione di servizi di assistenza sanitaria alla popolazione.   Qualcuno si dovrebbe preoccupare di costruire la rete di competenze a livello nazionale, regionale e aziendale che serve per dare un senso a quelle analisi. I segnali che vengono dalla favoletta che ho raccontato non sono rassicuranti come non lo è, altro esempio, la mancanza di analisi istituzionali sull’impatto del DM 70/2015. Migliorare i dati senza migliorarne l’utilizzo è insensato. Continuo a pensare che in questo secondo miglioramento il ruolo della epidemiologia potrebbe fare la differenza, come ben illustra il Documento dell’Associazione Italia di Epidemiologia pubblicato qui su QS. 

Claudio Maria Maffei

 

 

 

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