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Giovedì 14 LUGLIO 2022
L’anarchia delle competenze e dei ruoli in sanità



Gentile Direttore,
interessante la comunicazione di Angela Quaquero (QS 13 luglio 2022) relativa alla necessaria distinzione tra la figura del “mental coach” e quella dello psicologo e molto importante il richiamo alla legge 3 del 2018, in particolare all’articolo 12 sull’esercizio abusivo di una professione sanitaria. Si tratta in realtà di quello che da tempo i laureati in Medicina e Chirurgia hanno imparato a conoscere come task shifting, volgarmente detto cessione, più o meno obbligata, di competenze.

Competenze che qualche volta, in un ambito impropriamente definito “psicoterapeutico”, sembrano parecchio confuse e sulle quali una maggiore chiarezza e definizione dei ruoli sarebbe auspicabile. Appare comunque confortante il fatto che, almeno in ambito psicologico, qualcuno, senza peccato,  abbia iniziato a scagliare la prima pietra (Giovanni 8,3). Una situazione che sembra ripercorrere vecchie strade, ad esempio quella dei Medici per i quali, nell’indifferenza di tutti, è stato necessario il ricorso alla Magistratura per chiarire che compiti e responsabilità di differenti professionalità in ambito sanitario. Tuttavia, in una apparente indifferenza generale che spesso coinvolge anche i medici, la progressiva sovrapposizione di differenti competenze sanitarie professionali sembra ormai una strada senza ritorno.

Ne è testimonianza la presenza di contesti nei quali la ri-definizione dei ruoli sanitari è ormai all’ordine del giorno e dove sono in corso addirittura “sperimentazioni” ufficiali per sostituire l’intervento del medico con quello di altri professionisti della sanità: se mai la riorganizzazione della sanità del territorio prevista dal DM 77/2022 dovesse vedere la luce, non solo in termini edilizi, la cessione di competenze mediche sarà garantita. Fermo restando che nessuno si è ancora preoccupato delle possibili conseguenze e responsabilità, sia etiche che medico-legali.  

Tuttavia, in barba al fatto che una recente sentenza del Consiglio di Stato abbia messo un punto fermo almeno sulla definizione dei ruoli assistenziali e nonostante la normativa esistente a riguardo dell’esercizio abusivo di una professione sanitaria, non sembra che la situazione attuale sia del tutto sotto controllo, visto che le preoccupazioni relative ad una sovrapposizione/confusione dei ruoli sanitari sono basate su situazioni reali.

Ad esempio la presenza consolidata di ambulatori specialistici di genetica medica retti e diretti non già da medici, bensì da personale sanitario privo di laurea in Medicina e Chirurgia.  Anche in questo caso tutto scorre tranquillamente, nell’indifferenza generale dei colleghi e delle Autorità sanitarie che dovrebbero occuparsi di questi  “sconfinamenti professionali”.

Ci aspettiamo quindi che in prospettiva non solo il “mental coach” faccia lo psicologo, ma anche i bravissimi fisioterapisti facciano i fisiatri, gli odontotecnici facciano i dentisti, gli infermieri, i biologi e i farmacisti facciano i medici e  gli OSS facciano gli infermieri. Senza escludere, visto che la coperta si sta facendo ogni giorno più corta, un possibile ed auspicato coinvolgimento dei veterinari.

Pietro Cavalli
Medico

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