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Venerdì 22 LUGLIO 2022
Cambiamenti climatici. L’Italia “scotta”, salute a rischio. Lo studio Mario Negri-Cattolica

Nel 2020 l’Italia ha segnato uno degli incrementi di temperatura maggiori in tutta Europa e nel 2021 è stato il Paese in area Ocse con il maggiore numero di incendi. Tante le malattie sensibili al clima. Ricciardi: “Il nostro Paese necessita di più di interventi urgenti”. Remuzzi: “Cattive scelte alimentari fanno più morti che tabacco, droga, alcol e cattive abitudini sessuali messe insieme” IL REPORT

Il cambiamento climatico sta danneggiando la salute delle persone. Pensiamo solo che le malattie sensibili al clima comprendono circa il 70% dei decessi globali, di cui quelle cardiovascolari costituiscono la percentuale maggiore (il 32,8%). Ma la cosa più grave è che l’impatto del cambiamento climatico sulla salute è in via di peggioramento e colpisce in modo schiacciante le comunità svantaggiate ed emarginate, aggravando disuguaglianze sanitarie già esistenti.

E in Italia gli scenari sono da allarme rosso: il Paese che sta pagando il prezzo più alto di questi cambiamenti climatici. Nel 2021, infatti, l’Italia è stato il Paese in area Ocse con il maggiore numero di incendi registrati: 1.422. Dopo la Turchia, il nostro è stato il secondo Paese per superficie bruciata con ben 159.537 ettari. Si tratta numericamente del dato più alto registrato nell’ultimo decennio.  E dagli incendi alle ondate di calore, il dato non cambia. Nel 2020 l’Italia ha segnato uno degli incrementi di temperatura maggiori in tutta Europa, con +1,54 °C rispetto alla media del periodo 1961-1990 e continua a surriscaldarsi più velocemente della media globale. 

Bisogna quindi agire con rapidità attuando una veloce e decisa riduzione delle emissioni ed una strategia di risposta al cambiamento basata sulle evidenze scientifiche possono diminuire notevolmente i futuri rischi per la salute. Anche perché i benefici per la salute superano di gran lunga i costi delle azioni volte al miglioramento del clima. Strategie ben progettate per la riduzione delle emissioni di gas serra e per il rafforzamento della resilienza al cambiamento climatico, hanno risultati e benefici significativi per la salute e il benessere cominciando da: acqua, aria e suolo più puliti; miglioramento della salute mentale; comunità più attive e resilienti; diete più sane.

A lanciare l’allarme ai decisori politici affinché si intervenga con urgenza, come fatto per affrontare il Covid, è il report “Il cambiamento climatico in Italia: l’impatto sulla salute umana e i processi di adattamento” realizzato dall’Italian Institute for Planetary Health (IIPH), nato nel 2019 dalla collaborazione tra l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

Il Report, presentato oggi dalla dottoressa Chiara Cadeddu, coordinatrice scientifica dell’IIPH, ha fotografato lo scenario italiano alla luce del documento “Climate Change Is A Health Crisis”: “Occorre – ha sottolineato Cadeddu – costruire un sistema salute resiliente, implementando meccanismi di allerta e di risposta rapida e assicurando la disponibilità di risorse adeguate, con una governance dell’adattamento che sia coordinata a più livelli, in modo da creare sinergie tra il livello locale, regionale e nazionale”.

La ricerca, evidenzia come l’impatto dei cambiamenti climatici sia fortemente dannoso per la salute e il benessere umano, soprattutto in Italia. I numeri sono infatti allarmati e sono confermati anche dal dato sempre più preoccupante legato alle vittime per i disastri climatici, che in Europa ha superato il numero di 650mila casi negli ultimi 50 anni. Dati che  hanno appunto spinto gli esperti della sanità a lanciare un allarme alle Istituzioni. “Il Rapporto delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, pubblicato due mesi fa, è stato silenziato – ha evidenziato Walter Ricciardi, Professore ordinario d’Igiene e Medicina Preventiva presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – in Italia non ha avuto alcun ascolto, eppure è strano, lo stiamo vedendo in questi giorni, perché il nostro è uno dei Paesi più colpiti dal cambiamento climatico e forse quello che necessita di più di interventi urgenti”.

L’Italia, ha aggiunto Ricciardi, “è il Paese che ha avuto il maggior numero di incendi in Europa, il secondo al mondo, e che ha la più alta desertificazione, come stiamo vedendo dalla siccità del Po, dalla difficoltà di irrigare la Pianura Padana. È il Paese che sta vivendo più ondate di calore, quello che sta vedendo l’insorgenza di nuove malattie infettive da vettori, sono già 3 i morti per West Nile Fever, una malattia trasmessa dalle zanzare, che stanno ritornando a infestare parti importanti del nostro territorio. È importante combattere questo cambiamento climatico, abbiamo le soluzioni ma vengono largamente ignorate, anche perché questo ha un impatto enorme sulla salute mentale della popolazione e sul benessere”.

Quello dei cambiamenti climatici è un tema che tocca da vicino anche le abitudini alimentari dei cittadini, ha sottolineato il prof. Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs: “I comportamenti individuali sono importanti, il cibo è importante. Pensate che mangiare bene fa risparmiare molti morti. Tenete conto che cattive scelte alimentari fanno più morti che tabacco, droga, alcol e cattive abitudini sessuali messe insieme”.

Tutto questo, aggiunge Remuzzi “ha anche una ricaduta sul clima. Un lavoro del Lancet di un paio d’anni fa faceva vedere l’impatto di ciascuna singola scelta alimentare sulla salute del pianeta. È un lavoro straordinario che fa vedere quanto è importante ciò che noi mangiamo ogni giorno sulla generazione di Co2, sul consumo di suolo e di energia, sul benessere degli altri abitanti della Terra. Siamo tutti nella stessa condizione, è molto importante realizzarlo. Il contributo che noi possiamo portare, dal punto di vista degli studi sull’alimentazione corretta, alla salute del pianeta, arriva al 25%”.


Malattie infettive ed epidemie. Per capire quali sono gli effetti del clima sulla salute basta guardate anche a quei patogeni che si sono introdotti in un ambiente riuscendo a trasmettersi da un ospite all’altro fino a causare un focolaio o una vera e propria epidemia: è il caso del virus Chikungunya, trasmesso dalla zanzara tigre (Aedes albopictus), responsabile di due importanti epidemie umane italiane, in Emilia-Romagna nel 2007 e nel Lazio nel 2017.

Una diversa evoluzione ha avuto, invece, l’introduzione del virus West Nile in Veneto, trasmesso dalla zanzara comune notturna (Culex pipiens). Questo virus, si ricorda nel Report, è arrivato con gli uccelli migratori dall’Africa ed è emerso con focolai negli animali e nell’uomo nel 2008, per poi non lasciarci più, trovando in loco condizioni ideali per la sua sopravvivenza. Qui da patogeno emergente è divenuto endemico.

Non solo, il clima causa anche effetti sulla salute mentale. L’Italia, al centro del Mediterraneo, è considerato un hot-spot climatico, area che si sta riscaldando più rapidamente di altre, facendo osservare variazioni importanti nei valori medi e nella variabilità inter-annuale di temperatura e precipitazione. Ebbene, uno studio condotto sulla popolazione residente nell’hinterland bolognese ha notato che per ogni 1 °C sopra i 24 °C, la mortalità tra le persone senza disturbi mentali è aumentata dell’1,9%, mentre tra gli utenti dei servizi di salute mentale, la mortalità è aumentata del 5,5%.

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