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Martedì 04 OTTOBRE 2022
Medici 118. Le retribuzioni tornano ai 20 euro lordi/ora dell’epoca pre-Covid. Balzanelli (Sis118): “Ingiusto”. D’Amato: “Lavoriamo a soluzione ,ma non sono dipendenti Ares”  

La disposizione transitoria in cui si prevedeva un compenso di 40 euro lordi/ora, dopo una serie di proroghe, è scaduta e lascia i medici con le retribuzione dimezzate. Per Balzanelli “è assurdo, ingiusto e profondamente discriminante” anche considerato che ai medici del 118 “non sono state riconosciute le misure incentivanti che il Governo uscente ha invece approvato per i medici del Pronto Soccorso”. Ma D’Amato sottolinea: “Sono medici dipedenti da aziende private che erogano servizi, l’Ares 118, che quindi non ha modo di modificarne la retribuzione”.

Medici del 118 del Lazio sul fronte di guerra, dopo che il loro compenso orario è stato dimezzato a causa della fine della norma transitoria, approvata in tempi di pandemia, che faceva salire la loro retribuzione da 20 a 40 euro lordi all’ora. I medici, molti dei quali operano sulle ambulanze Ares 118 ma dipendono da ditte esterne, si sono visti così dimezzati gli stipendi, perché l’azienda regionale ha sospeso la trasmissione delle somme in più previste negli scorsi mesi.

“E’ assurdo, ingiusto e profondamente discriminante che ai medici del 118 non solo non siano state riconosciute le misure incentivanti che il governo uscente ha invece approvato per i medici del Pronto Soccorso ma addirittura, come in questo caso, che ai medici del 118 del Lazio venga dimezzato lo stipendio”, commenta Mario Balzanelli, presidente nazionale della Società Italiana Sistema 118 (SIS118).

“ medici del 118 di tutta l’Italia - prosegue Balzanelli - stanno abbandonando, in massa,  il servizio, perché i loro contratti sono inadeguati, obsoleti, disincentivanti. In una parola, improponibili. Vanno urgentemente rivisti nel segno obbligato di una drastica e meritata valorizzazione del medico del 118, di questi autentici protagonisti salvavita del soccorso sanitario extraospedaliero”. 

Per il presidente della SIS118 la vicenda è anche l’occasione per ribadire che “la presenza del medico è di determinante importanza quando si tratta di fare, in pochi minuti, la differenza tra la vita e la morte. Lo dimostriamo, nei fatti, tutti i giorni. Un 118 senza medici è un 118 gravemente leso nella qualità del servizio. I cittadini pagano le tasse e hanno il sacrosanto diritto, quando sono in pericolo di perdere la vita, di ricevere il soccorso di un equipaggio qualificato in cui vi sia – necessariamente- il medico”. 

“A pagare, sulla propria pelle - incalza Balzanelli -, il prezzo di questa reiterata aberrazione sono le persone, siamo, quando ne abbiamo purtroppo cogente, drammatica necessità, tutti noi. Auspichiamo che il nuovo governo ricomprenda immediatamente tra le priorità della programmazione sanitaria nazionale la riforma legislativa del Sistema 118, affinché la stessa sia valorizzativa di tutti i suoi operatori”.

Sulla vicenda è quindi intervenuto l’assessore alla Salute del Lazio, Alessio D’Amato: “Nel condividere le riflessioni sull'importanza della presenza del medico per le attività di soccorso e della relativa valorizzazione economica si deve tuttavia precisare che i medici in questione non sono dipendenti di Ares 118 e pertanto questa Azienda non può stabilirne o modificarne la retribuzione”, spiega D’Amato in risposta a Balzanelli. 

Nella specie, spiega l’assessore, “si tratta di un appalto di servizi e la retribuzione dei medici in questione è stata stabilita dallo stesso appaltatore. Ares 118 nell'ottica della valorizzazione dei professionisti medici e delle altre qualifiche ha riconosciuto alle società impegnate nelle attività di soccorso durante il periodo Covid un incremento economico per le attività che hanno avuto maggiori costi determinati dalla pandemia. I rapporti con queste società devono comunque essere regolati dal contratto di appalto. Allo stato attuale, superato lo stato di emergenza Covid, Ares 118 sta cercando di coniugare tutte le esigenze, tra cui quella di una dignitosa retribuzione dei medici con quella di garantire la legittimità degli atti amministrativi secondo quanto dettato dal codice degli appalti”.
 
“Le necessità di categoria e le problematiche sottese alla questione - spiega quindi D’Amato - sono tuttora in corso di esame ed è aperta una interlocuzione con le società interessate intesa alla individuazione di una soluzione rapidissima e soddisfacente per entrambe le parti ma, comunque, in ogni caso rispettosa delle regole che impone la vigente normativa”.

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