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Venerdì 14 OTTOBRE 2022
Medicina territoriale. Fismu: “Riforma in alto mare, manca ancora l’atto di indirizzo”

"Prioritario chiudere intanto il triennio economico 2019-2021". Le proposte e la denuncia della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti alla vigilia della segreteria nazionale convocata sabato a Roma per fare il punto dell'attuale situazione.

In attesa della formazione del nuovo Governo, e di sapere il nome del nuovo ministro della Salute, crescono l’incertezza e le preoccupazioni per la grave situazione in cui versa la medicina generale e del territorio e per l’immobilismo che condiziona questo settore strategico del Ssn. Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu visto il quadro politico (e alla luce dei recenti congressi di altre organizzazioni sindacali), ha convocato per sabato, a Roma, una segreteria nazionale per fare il punto.

Il segretario nazionale di Fismu, Francesco Esposito, alla vigilia dell’appuntamento, denuncia: “Siamo in alto mare, c’è molta preoccupazione regna l’incertezza: da un lato assistiamo al via libera agli atti di indirizzo della dirigenza, oltretutto fortemente deficitario, e della specialistica ambulatoriale, dall’altro non si si muove nulla, nonostante si fosse annunciato, urbi et orbi, che una della principali priorità del Pnrr fosse la riforma della medicina generale e del territorio. Le tanto reclamizzate Case di comunità, quindi, rimangono un mistero”.

“Dove è finito l’impegno delle Regioni, del Comitato di settore e della stessa Sisac a fare l’atto di indirizzo e per la riapertura delle trattative - continua il segretario Fismu -  dove è finita l’urgenza di dare risposte all’agenda che ci dettava il Pnrr?”.

“E allora - conclude Esposito - in questa sede facciamo una proposta, che spero sia la  base comune di tutti i sindacati, ora che hanno finito la stagione congressuale: si chiuda intanto il triennio economico 2019-2021. Quindi si faccia un fronte unito rispetto al nuovo governo, che secondo le dichiarazioni di molti partiti di maggioranza, potrebbe avere una diversa concezione della riforma della medicina generale e territoriale. Certo, speriamo che il modello non sia quello lombardo, marchigiano o siciliano, ma che ci sia la disponibilità a un dialogo aperto e attento alle proposte dei medici. E soprattutto che si arrivi subito a un nuovo atto di indirizzo, come fatto con la dirigenza medica e la specialistica ambulatoriale”.

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