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Sabato 15 SETTEMBRE 2012
Spondilite anchilosante. Un passo in avanti nella ricerca da uno studio italiano

Sebbene la causa genetica sia stata scoperta, non era chiaro il meccanismo molecolare alla base della malattia: per spiegarlo, gli scienziati hanno studiato due forme alleliche diverse, una associata con la malattia e l'altra no, dimostrando che differiscono per un solo amminoacido.

È lo scopo della ricerca per una malattia per cui ancora non esistono cure, come la spondilite anchilosante, forma artritica che provoca un’infiammazione cronica delle articolazioni, l’unica possibilità di azione consiste nel comprendere i meccanismi che innescano la malattia per intervenire su di essi e trovare un trattamento efficace. Uno degli ultimi studi finanziati dall’Istituto Pasteur – Fondazione Cenci Bolognetti di Roma vuole fare proprio questo: in particolare chiarendo le caratteristiche di HLA-B27, un gene la cui presenza è associata al 90% dei casi di malattia. La ricerca, guidata da Rosa Sorrentino del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “C. Darwin” della “Sapienza” Università di Roma, è stata pubblicata sulla rivista internazionale Journal of Biological Chemistry.
 
I geni HLA (Human Leucocyte Antigen, antigeni leucocitari umani) producono proteine che legano, all’interno della cellula, frammenti proteici (antigeni) derivati da agenti estranei all’organismo; in seguito a tale legame, le proteine HLA vanno a posizionarsi sulla superficie della cellula per “presentare” l’antigene e scatenare la risposta del sistema immunitario che elimina l’intruso. Esistono numerosi geni HLA, ciascuno dei quali è presente in diverse forme (alleli) che variano da individuo a individuo. I diversi alleli sono responsabili, tra l’altro, della compatibilità tissutale: fenomeno alla base dell’accettazione o del rigetto di organi trapiantati. Inoltre, alcune malattie autoimmuni croniche sono spesso associate a particolari HLA: nel caso della spondilite anchilosante, la relazione con HLA-B27 è nota ormai da circa quaranta anni; nonostante questo, le cause molecolari che legano il gene alla malattia sono ancora per lo più sconosciute. Il lavoro pubblicato su JBC contribuisce a fare chiarezza in questo senso.
 
“Col nostro studio dimostriamo innanzitutto che, nel corso del suo cammino all’interno della cellula verso la superficie, HLA-B27 è in grado di scambiare più volte gli antigeni e, in particolare, di poterlo fare anche in compartimenti cellulari non convenzionali, una caratteristica che sembra caratterizzare questa classe di HLA”, ha spiegato Rosa Sorrentino. “Per capire il meccanismo di azione di HLA-B27 in relazione alla patologia abbiamo poi confrontato la forma allelica 05 – la più studiata perché molto comune nelle diverse popolazioni e frequentemente associata alla spondilite anchilosante – con la forma 09 – diffusa nella popolazione sarda e non presente negli individui malati. Le due forme, 05 e 09 differiscono solo per un amminoacido. Le nostre ricerche indicano che le caratteristiche di legame con l’antigene delle due forme alleliche, intese come forza e affinità di interazione, sono diverse”. Concludendo poi: “Questo potrebbe essere alla base della diversa associazione con la malattia, che genera dolore,difficoltà di movimento e compromette gravemente la qualità della vita degli individui che ne sono affetti”.

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