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Giovedì 17 NOVEMBRE 2022
Bimbi prematuri. Allattamento materno, praticato solo nel 44% dei casi nel mondo Occidentale. Logopedista figura chiave

È quanto sottolineato in occasione della Giornata Mondiale della prematurità dalle istituzioni scientifiche e le strutture pediatriche, tra cui gli Ospedali dei Colli nel napoletano ed in particolare il Monaldi, a favore dunque anche della protezione e promozione dell’allattamento materno, fondamentale soprattutto per questa popolazione fragile

Garantire anche ai bambini prematuri, oltre 30 mila nati pretermine in Italia ogni anno, la possibilità di nutrirsi con il latte materno, come sancito dalla Dichiarazione Degli Innocenti e la Carta dei Diritti del Neonato pretermine, nonostante le difficoltà delle funzioni oro-alimentari e i disturbi della deglutizione. Un ruolo chiave nel favorire lo sviluppo di queste abilità, è svolto dal logopedista. Un professionista esperto che non può mancare all’interno dell’équipe multidisciplinare delle TIN (Terapia Intensiva Neonatale), in grado di valutare, educare, (ri)abilitare i neonati prematuri.

È quanto sottolineano in occasione della Giornata Mondiale della prematurità che si celebra oggi, le maggiori istituzioni scientifiche e le strutture pediatriche, tra cui gli Ospedali dei Colli nel napoletano ed in particolare il Monaldi, a favore dunque anche della protezione e promozione dell’allattamento materno, fondamentale soprattutto per questa popolazione fragile.

Infatti a fronte di un tasso stimato dell’86%, il Sistema Nazionale di Sorveglianza Bambini 0-2 anni nell’ultima rilevazione del 2019 che ha coinvolto quasi 29.500 mamme di 11 regioni, riporta che i bambini allattati in maniera esclusiva al seno a 4-5 mesi di età compiuta sono meno di un quarto (23,6%), coloro che assumono latte materno a 12-15 mesi sono circa un terzo, mentre il 12% di piccoli nella fascia di età considerata non è mai stato allattato al seno. In effetti anche per il Report Sanità 2021 l’allattamento è sotto-praticato nel mondo Occidentale: solo il 44% dei bambini sono esclusivamente allattati con latte materno nei primi sei mesi, ben lontano dall’obiettivo globale del 50% entro il 2025, e meno della metà dei neonati sono allattati nelle prime ore di vita, perdendone così completamente i benefici nutrizionali. Dati che richiamano alla necessità di riproporre, ancora una volta, a livello nazionale, azioni di sensibilizzazione e implementazione all’allattamento materno, anche in contesti fragili di prematurità.

Per questo oggi al Monaldi si è svolto un evento (in)formativo (“La Salute del neonato”) e una mostra fotografica (“Da piccoli guerrieri a grandi campioni”) che raccontano la storia, attraverso immagini e parole, dei neonati di ieri e le persone di oggi e la potenza terapeutica dell’abbraccio di un genitore per i piccoli in Terapia Intensiva. Non a caso questo è lo slogan della giornata mondiale 2022.

“La tutela e la promozione dell’allattamento materno – spiega Tiziana Rossetto, Presidente Federazione Logopedisti Italiani (FLI) – coinvolge aspetti di politica sanitaria, di economia e politiche sociali di tutte le nazioni in quanto la nutrizione con latte materno rappresenta un determinante di salute pubblica in termini di efficacia e di rapporto costo-beneficio, come sottolineato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Robuste evidenze dimostrano che l’allattamento materno apporta numerosi vantaggi, ovvero effetti protettivi per mamma e neonato, che perdurano nel tempo: soddisfa le esigenze nutrizionali, aumenta le difese immunologiche, contrasta le infezioni. Inoltre, favorisce la relazione madre-bambino il cui contatto diventa un potente strumento di cura”.

“L’allattamento è una naturale e buona pratica, da sempre raccomandata, e oggi considerata un diritto fondamentale in termini di tutela della salute anche a lungo termine, soprattutto in situazioni di grande fragilità, come nel caso dei neonati prematuri – precisa Sara Panizzolo, logopedista, consulente presso la TIN e l’area di cardiologia pediatrica dell’AO Monaldi, componente della Federazione Logopedisti Italiani (FLI) e del gruppo di lavoro FNO Allattamento e TSRM-PSTRP – per i quali può essere avviato un percorso di abilitazione alimentare con l’offerta di latte materno grazie al supporto del logopedista, figura chiave all’interno dell’equipe multidisciplinare della TIN, per valutare, educare, abilitare e ri-abilitare i neonati che presentano sintomi di disfagia, cioè difficoltà nelle funzioni orali e disturbi della deglutizione.

In tale contesto si può esplicitamente affermare che l’intervento del logopedista neonatale (o in epoca neonatale) concorre alla riduzione delle disuguaglianze (obiettivo 10 del piano di sviluppo sostenibile 2015-2030. La possibilità di passare dalla nutrizione per sondino naso-gastrico all’alimentazione orale, e quindi usufruire del latte materno (al seno o al biberon), richiede al neonato prematuro, fragile e medicalmente complesso, lo sviluppo di adeguate competenze orali, l’efficienza di sistemi complessi coinvolti nella suzione nutritiva, l’organizzazione del sistema comportamentale, il coinvolgimento e la partecipazione attiva della madre, e l’adesione al percorso di riabilitazione di tutti i componenti della equipe. Aspetti che, insieme, rappresentano un prerequisito funzionale verso l’evoluzione alimentare e le progressive tappe di acquisizione del linguaggio verbale in termini di fluenza e articolazione”.

“In quest’ottica e in aderenza al progetto intersocietario, sostenuto da SIN, SIP, SIGO, FNOPI, FNOPO, e diverse altre Società Scientifiche – conclude Giovanni Chello Presidente SIN Campania (Società Italiana Neonatologia sezione Campania) e Direttore della UOC di Neonatologia e TIN, Ospedale Monaldi – la nostra Unità Operativa e i componenti dell’equipe medica e assistenziale sono impegnati quotidianamente in azioni di protezione e promozione dell’allattamento materno. In caso di neonati con difficoltà nella suzione, il contributo del logopedista, in possesso di specifiche conoscenze ed elevate competenze tecnico-professionali, rappresenta oggi non solo un valore aggiunto, ma una collaborazione specialistica indispensabile per il miglioramento degli standard assistenziali in regime di degenza, l’appropriatezza delle cure e interventi precoci di efficacia che favoriscono il raggiungimento di adeguati outcomes evolutivi in ambito alimentare, comunicativo, cognitivo e linguistico”.

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