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Giovedì 20 SETTEMBRE 2012
Quale futuro per le professioni sanitarie? Se ne è discusso oggi a Roma

Promossa dall'Università Luspio, l'iniziativa si propone di fare il punto sul lavoro del tavolo tecnico Ministero-Regioni che dovrà ridisegnare le competenze degli infermieri e delle altre professioni sanitarie del Ssn. In tutto oltre 600mila professionisti in cerca di una nuova identità. 

Il futuro del Servizio sanitario nazionale solidaristico e universale passa inevitabilmente attraverso la realizzazione di un nuovo patto tra medici, infermieri e le altre professioni sanitarie. Delle prospettive e su come effettivamente si potrà concretizzare questo percorso se ne è disccusso oggi a Roma, presso l’Aula Magna della Libera Università Luspio, nel corso del convegno dal titolo “Le professioni sanitarie del futuro”, promosso dallo stesso Ateneo romano, leader nella formazione universitaria in sanità.

Medici in esubero e carenza di infermieri.
In Italia ci sono più medici pro capite rispetto alla maggior parte degli altri paesi Ocse. Nel 2008, l’Italia aveva 4,2 medici ogni 1.000 abitanti, al di sopra della media Ocse di 3,2. Gli infermieri, invece, sempre nel 2008 sono 6,3 ogni 1.000 abitanti, un livello nettamente inferiore rispetto alla media di 9,0 nei paesi dell'Ocse. Ma non è solo un problema di numeri e di rapporti da riequilibrare in chiave europea. C’è anche un problema di competenze.

Le nuove competenze infermieristiche.
E’ infatti indispensabile ridisegnare il rapporto tra medici e infermieri attribuendo a questi ultimi nuove competenze e atti. Ma non si parte da zero. Esempi di una nuova organizzazione del lavoro tra medici e infermieri sono già in fase di sperimentazione in varie regioni italiane. Parliamo del modello See and treat adottato dalla Regione Toscana, su proposta della locale Società di medicina d’urgenza, che consente ad infermieri, debitamente formati, di gestire nei Dea i codici bianchi. Ma il riferimento è anche alle ambulanze INDIA, nelle quali il personale infermieristico, all’uopo preparato, gestisce operazioni salvavita immediatamente prima dell’accesso all’ospedale. In Emilia Romagna, invece, il trattamento perioperatorio è svolto dagli infermieri. E in ultima istanza, una grossa novità è rappresentata dalla diffusione negli ospedali di molte regioni del centro-nord del modello dell’ospedale per intensità di cure che, affidando la gestione del posto letto al personale infermieristico esalta le funzioni precipue proprie della professione medica, liberandola da competenze improprie.

Le prospettive del ‘Patto tra le professioni’ e il Tavolo tecnico Ministero della Salute-Regioni.
Su questa linea sta lavorando da alcuni mesi un tavolo tecnico Ministero Salute-Regioni allo scopo di delineare le nuove competenze di tutte le professioni sanitarie. Si è iniziato dagli infermieri e poi via via si affronteranno le altre specificità professionali.
La previsione è quella di affrontare l’insieme delle altre professioni sanitarie, ad iniziare dai tecnici sanitari di radiologia medica e a seguire tecnici sanitari di laboratorio biomedico, ostetriche, fisioterapisti, audiometristi e audio protesisti etc, sulla base delle scelte di priorità che Ministero e Regioni individueranno sia in termini di implementazione di competenze che sulla base di unificazione di alcuni profili professionali, per meglio rispondere alle reali esigenze del mercato del lavoro sanitario e della sua formazione universitaria.

 

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