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Giovedì 20 SETTEMBRE 2012
Sanità digitale. Anorc: “Impossibile senza regole su conservazione documenti”

Il presidente Andrea Lisi, intervenendo sulla bozza del Decreto Digitalia, ha parlato inoltre di “una strada sbagliata che impone la digitalizzazione di sanità e università”, in contesti in cui “mancano a monte gli strumenti e fondi adeguati per attuarla”.

“La bozza del Decreto Digitalia che circola in questi giorni ha una caratteristica comune a molte recenti normative in materia, ovvero quella di presentare princìpi fin troppo generali che necessiteranno comunque, per trasformarsi in realtà operative, dell’emanazione di successivi decreti attuativi”  Con queste parole Andrea Lisi, presidente dell’Associaione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione Digitale (Anorc), ha fatto intendere il rischio di “intraprendere una strada in parte sbagliata imponendo la digitalizzazione nella sanità oppure nelle università”.

Il problema principale sottolineato da Lisi, è che “mentre mancano a monte tutti gli strumenti per attuarla come le regole tecniche per la corretta conservazione dei documenti che garantiscano un’adeguata sicurezza agli archivi”. “Le regole tecniche, infatti – ha proseguito - dopo un’ottima fase di consultazione pubblica, che ha visto coinvolti anche diversi stakeholders, sembrano essersi arenate in un punto indefinito del loro iter e ancora si fanno attendere.”

“Un altro punto in cui questo Decreto sembra allontanarsi dalla realtà dei fatti – ha puntualizzato il presidente Anorc - è nel sostenere la possibilità di una digitalizzazione a costo zero: è un’illusione pensare di sviluppare delle adeguate politiche di digitalizzazione senza investimenti e fondi adeguati”. “Dopo la grande attesa che ha preceduto un decreto importante come quello sull’Agenda Digitale – ha concluso Lisi - ci sembra che sviluppare simili decisioni in un clima di maggiore concertazione e coinvolgimento e non sempre all’interno di stanze chiuse garantirebbe risultati migliori di quelli finora raggiunti, che sembrano incarnare bene il topolino partorito dalla montagna”.

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