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Giovedì 01 DICEMBRE 2022
La riforma del territorio valorizzi la Medicina di Comunità e i suoi professionisti



Gentile Direttore,
nel corso della giornata conclusiva del Forum Risk Management sono stati presentati i risultati di una survey promossa da Federsanità che ci mostra un Servizio Sanitario Nazionale (SSN) progressivamente depauperato di risorse umane, con professionisti in fuga a causa di turni massacranti e salari non all’altezza degli altri paesi Europei. Il SSN non è più in grado di avere l’appeal di un tempo e gli operatori sanitari in numero crescente scelgono di mettere le loro competenze al servizio del settore privato, in grado di offrire condizioni contrattuali e qualità di vita migliori. Per attrarre al servizio pubblico e mantenere i professionisti nelle aziende sanitarie, durante l’evento sono state proposte alcune soluzioni come la rivalutazione contrattuale e l’adeguamento economico degli stipendi.

Come Società Italiana di Medicina di Comunità e delle Cure Primarie (SIMCCP) siamo fermamente convinti che un SSN evoluto e all’avanguardia debba valorizzare i propri operatori sia dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista professionale. Occorre un Servizio Sanitario che sappia valorizzare i propri professionisti, liberandosi di inutili steccati ideologici, corporativistici e che ostacolano il raggiungimento del “valore sanitario”.

Il PNRR offre la grande opportunità di poter ammodernare e rendere maggiormente attrattivo il servizio sanitario pubblico ma per farlo occorre avere il coraggio di proporre una seria riforma strutturale non solo del settore ospedaliero ma anche e soprattutto del settore territoriale, storicamente trascurato, attraverso lo sviluppo della Medicina di Comunità. Il lavoro sul territorio, per le sue peculiarità e complessità gestionali, però non si improvvisa ma necessita di una formazione medica adeguata che può essere acquisita grazie alla scuola di specializzazione in Medicina di Comunità e delle Cure Primarie. Questa scuola offre metodi e strumenti per poter operare nei servizi territoriali di Assistenza Sanitaria Primaria, Organizzazione dei Servizi Sanitari di Base (DIM 68/2015) e Cure Palliative (DM 11 agosto 2020). Tuttavia, solo due su tre di queste classi concorsuali sono attualmente attive per gli specialisti in Medicina di Comunità e delle Cure Primarie, manca infatti ancora il decreto attuativo che attivi la classe di concorso per l’accesso all’Assistenza Sanitaria Primaria.

Un SSN al passo con i tempi e che tiene alle risorse che forma avrebbe già colmato questo gap normativo per attrarre i giovani medici alla professione vocata al territorio, così come recentemente è stato adottato per la Medicina di Emergenza-Urgenza.

Come si può pretendere che un giovane medico che si affaccia al mondo del lavoro possa scegliere di operare nel Territorio e nelle Cure Primarie se gli specialisti formati appositamente per lavorarci non sono adeguatamente valorizzati?

Abbiamo sperimentato a nostre spese la totale assenza di un organo super partes che sia garante della salvaguardia professionale, poiché quelli esistenti o non funzionano o sono intrisi di profondi conflitti di interesse.

Le riforme dovrebbero essere ideate prestando ascolto ai professionisti tutti e alle società scientifiche o ai movimenti culturali che li rappresentano e non unicamente alle sigle sindacali.

Facendo parte di un esecutivo che fa del merito un proprio principio cardine, ci aspettiamo che il Ministro della Salute On. Schillaci provveda a sanare quanto prima questo grave vulnus normativo che impedisce ai Medici di Comunità e delle Cure Primarie di esercitare l’assistenza sanitaria primaria in qualità di dirigenti medici ovvero dipendenti pubblici. La grave carenza di Medici di Medicina Generale convenzionati dovrebbe favorire questa scelta, perché il problema è esclusivamente politico; non vi sono infatti motivazioni di natura tecnica che ne impediscano l’applicazione.

I nuovi standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale includono il Medico di Medicina di Comunità tra i componenti dell’equipe multidisciplinare territoriale e gli affidano lo svolgimento di attività cliniche di assistenza primaria (Allegato 1 del Decreto 23 Maggio 2022 n. 77). Il Medico di Comunità difatti è un professionista appositamente formato per esercitare ruoli clinici e organizzativi nell’ambito dei Servizi Territoriali e all’interno di Case della Comunità e Ospedali di Comunità potrebbe occuparsi principalmente della gestione dei pazienti cronici e complessi.

Affinché la riforma dell'assistenza sanitaria territoriale sia realmente efficace non ci si può limitare alla costruzione di nuove strutture o all'ammodernamento di strutture preesistenti. Siamo convinti che alla base di un processo riformativo debba esserci un profondo cambiamento culturale, che veda fortemente integrata l’Assistenza Primaria all’interno dei Distretti sociosanitari e che pertanto non può prescindere dal riconoscimento professionale della figura del Medico di Comunità e delle Cure Primarie.

A nome della SIMCCP cogliamo l’occasione per lanciare il nostro Manifesto Programmatico finalizzato a diffondere la cultura della Medicina di Comunità e delle Cure Primarie e valorizzare professionalmente i suoi specialisti. Riportiamo di seguito le principali richieste mosse dalla SIMCCP alle Istituzioni competenti:

- Istituzione della Classe Concorsuale “Medicina di Comunità e delle Cure Primarie” per la formazione di dirigenti medici che possano operare presso Distretti, Dipartimenti di Cure Primarie, Case di Comunità e Ospedali di Comunità, con ruoli clinici di assistenza sanitaria primaria;

- Ridenominazione della classe concorsuale nell’ACN della specialistica Ambulatoriale da “Medicina di Comunità” a “Medicina di Comunità e delle Cure Primarie” per l’arruolamento di specialisti ambulatoriali da assumere presso i Distretti, Dipartimenti di Cure Primarie, Ospedali di Comunità̀, Case della Comunità, con ruoli clinici di assistenza sanitaria primaria;

- Salvaguardia delle attuali scuole di specializzazione in Medicina di Comunità e delle Cure Primarie mediante misure di incentivazione al fine di rendere più attrattiva per i discenti l’iscrizione a percorsi post-laurea dedicati al territorio (al pari di quanto è avvenuto per la scuola di Medicina di Emergenza-Urgenza);

- Creazione del Settore Scientifico Disciplinare (SSD) in “Medicina di Comunità e delle Cure Primarie” per promuovere l’insegnamento accademico e la ricerca nell’ambito della Medicina di Comunità, delle Cure Primarie, dell’Assistenza Sanitaria Primaria e dei Servizi Territoriali.

Consiglio Direttivo della Società Italiana di Medicina di Comunità e delle Cure Primarie (SIMCCP)

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