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Martedì 13 DICEMBRE 2022
Ecm. Draoli (Opi Grosseto): “Poca consapevolezza sul tema assicurativo legato alla formazione continua”

Ne è convinto il presidente dell’Opi di Grosseto ad ormai pochi giorni alla scadenza del triennio Ecm. Il rischio, per chi non avrà raccolto almeno il 70% dei crediti formativi richiesti, è quello di non riuscire a trovare una polizza assicurativa. "Da diversi mesi stiamo facendo una campagna informativa su social e sito. Abbiamo mandato delle Pec con la situazione personalizzata degli iscritti non in regola. Siamo ottimisti, ma bisogna fare una valutazione delle persone che sono a zero crediti". 

Succederà un “finimondo” quando cominceranno a verificarsi i primi casi di mancata copertura assicurativa verso gli operatori sanitari non in regola con la formazione continua. Ne è convinto Nicola Draoli, presidente dell’Opi di Grosseto. Mancano ormai pochi giorni alla scadenza del triennio ECM e il rischio, per chi non avrà raccolto almeno il 70% dei crediti formativi richiesti, è quello di non riuscire a trovare una polizza assicurativa.

Presidente, si avvicina la scadenza del triennio formativo ECM. Qual è la situazione dei vostri iscritti e come li avete preparati per questo momento?
La situazione dei nostri professionisti, anche rispetto a quello che sto sentendo relativamente ad altri ordini, è molto buona: al 30 giugno abbiamo quasi il 70% degli iscritti già certificabili. È un dato positivo ma è chiaro che la nostra attesa era del 100%. Da diversi mesi stiamo facendo una campagna informativa su social e sito, attraverso la newsletter, in maniera molto pressante. Abbiamo mandato delle PEC con la situazione personalizzata degli iscritti che non sono in regola. Offriamo anche dei corsi ECM gratuiti a distanza. Siamo ottimisti, ma bisogna fare una valutazione delle persone che sono a zero crediti.

Si parla di sanzioni per chi non è in regola. Come le avete prospettate ai vostri iscritti?
Non siamo stati ‘drammatici’ con i nostri iscritti ma li abbiamo riportati ad un senso di responsabilità: siamo dei professionisti e sappiamo che ci sono degli obblighi. Bisogna prenderne consapevolezza. L’esempio che faccio a tutti i miei colleghi è quello della PEC, obbligatoria da più di dieci anni ma senza sanzioni per chi non si adegua. Poi arrivano i decreti-legge che pongono la tagliola e chi è dentro è dentro. Con gli ECM è la stessa cosa: li stiamo riportando al senso di responsabilità e cultura necessario ma le percentuali di Grosseto mi tranquillizzano.

Parliamo delle conseguenze assicurative: è necessario aver ottenuto almeno il 70% dei crediti ECM previsti per avere copertura assicurativa. Lo stesso vale nel caso di équipe, in cui basta anche che un solo professionista non sia formato. Come ribadire questo concetto?
Noi continuiamo a ribadirlo ma questo è un aspetto che sfugge alla maggior parte dei colleghi. Il tema dell’assicurazione per la legge 24 del 2017 è un qualcosa che ancora dobbiamo acquisire. L’unica nostra arma è quella di continuare ad insistere con una campagna informativa affinché gli iscritti siano messi nelle condizioni di sapere ciò a cui vanno incontro. Il tema sfugge non solo agli infermieri ma a tutta la pletora delle professioni sanitarie, su cui si sta ponendo poca attenzione. Temo però che questa attenzione diventerà devastante nel momento in cui ci saranno i primi casi di mancato intervento assicurativo per mancato aggiornamento ECM. A quel punto si scatenerà il finimondo, ma ci si augura che, insistendo con i colleghi sul quadro della norma, non si arrivi fino a questo punto.

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