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Giovedì 15 DICEMBRE 2022
E oggi protestano anche i Mmg visitando i pazienti al lume di candela. Silvestro Scotti (Fimmg): “Manteniamo accesa l’assistenza per i nostri pazienti”

Al crepuscolo, per un quarto d’ora, le luci degli studi medici si sono spente e le visite sono andate avanti a lume di candela. “Denunciare ancora una volta le condizioni critiche in cui lavorano i medici di famiglia – ricorda il segretario generale di Fimmg Silvestro Scotti – è essenziale per cercare di spingere le istituzioni a muoversi ora, prima che sia troppo tardi. La medicina generale, e quindi la salute dei cittadini, non può essere ignorata nei provvedimenti in discussione a sostegno delle imprese per sopperire ai costi del caro energia e dell’inflazione”.

La luce di più di 30.000 mila candele ha illuminato al crepuscolo gli studi dei medici di medicina generale che hanno aderito in tutta Italia all’iniziativa della Fimmg e che ha trovato anche l’appoggio e il sostegno dei pediatri di libera scelta della FIMP, a partire dal suo Presidente Antonio D’Avino.

“I medici di medicina generale - si legge in una nota della Fimmg - sono costretti a confrontarsi con il mancato Atto d’Indirizzo per il triennio 2019-2021, e quindi con una retribuzione ferma al 2018, e con il ritardo, nonostante la carenza di medici, della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del bando unico del Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, che permetterebbe di avere subito circa 3 mila medici di famiglia disponibili”.

Ma i Mmg, sono “in grave difficoltà anche per la mancanza di attenzione immediata delle istituzioni a fronte di un caro energia e di un’inflazione sempre più drammatica, complicata da una burocrazia analogica e digitale che ruba tempo di cura ai pazienti”.

Per queso oggi i medici di medicina generale della Fimmg hanno avviato una protesta simbolica di forte impatto. “Una protesta - spiega la Fimmg - che responsabilmente non ha voluto interrompere l’assistenza ai cittadini in un periodo di picco influenzale e recrudescenza del Covid, ma che è servita a chiedere con più forza attenzione e rispetto per l’articolo 32 della Costituzione”.

Immagine simbolo di questa protesta, tre candele che compongono la scritta SSN, ormai consumate dalla fiamma. Sotto la scritta: “Più risorse, meno burocrazia, per i medici di medicina generale”.

Al crepuscolo, per un quarto d’ora, le luci degli studi medici si sono spente e le visite sono andate avanti a lume di candela. I medici di medicina generale hanno spiegato ai loro pazienti il significato di quelle candele e in molti hanno voluto sostenere questo appello, condividendo sui social immagini e video.

In pochi minuti, racconta la Fimmg, l’immagine simbolo realizzata dalla Fimmg, ma anche foto e video delle visite a lume di candela, hanno riempito migliaia di bacheche, unendo in un unico appello medici e cittadini con gli hashtag: #mmgallumicino e #nonspegniamoSSN.

“Denunciare ancora una volta le condizioni critiche in cui lavorano i medici di famiglia – ricorda il segretario generale di Fimmg Silvestro Scotti – è essenziale per cercare di spingere le istituzioni a muoversi ora, prima che sia troppo tardi. La medicina generale, e quindi la salute dei cittadini, non può essere ignorata nei provvedimenti in discussione a sostegno delle imprese per sopperire ai costi del caro energia e dell’inflazione”.

“Burocrazia, carenza di risorse e di sostegni - sottolinea la Fimmg - rischiano di compromettere il diritto alla salute dei cittadini, che già oggi in molti casi hanno difficoltà a scegliere un medico di famiglia che si spegnerà come offerta, come le candele dell’iniziativa, andando in pensione preventiva, per i più anziani, o non scegliendo questa professione, per i più giovani”.

Tra gli appelli lanciati dalla Fimmg, anche quello di “comprendere la medicina generale nei provvedimenti dedicati al ristoro del pubblico impiego, per i quali è già stata prevista un’indennità una tantum per il 2023, come anticipo sul prossimo contratto, pari all’1,5 % dello stipendio”.

“Probabilmente non è ancora chiaro che il medico di famiglia è da sempre assimilato al pubblico impiego sul piano contrattuale e quindi non solo per gli obblighi che gli derivano ma anche per il riconoscimento economico. In assenza di tali azioni – conclude Scotti – la protesta della Medicina Generale non si fermerà, siamo pronti ad alzare l’asticella della protesta”.

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