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Martedì 25 SETTEMBRE 2012
Dispositivi medici. Assobiomedica: è rivolta contro la spending review

Apertura di una procedura di infrazione europea, meno soldi per informazione e formazione, e assistenza ai ricorsi amministrativi degli associati. "Non acceteremo supinamente i tagli". Messo a punto un vero e proprio 'piano di battaglia' per arginare gli “effetti devastanti” dei tagli al settore.  

“Non intendiamo accettare supinamente questa manovra che fa del male alle imprese – annuncia Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica oggi a Milano – agli italiani e allo sviluppo del Paese. Siamo delusi e arrabbiati, perché da un governo tecnico ci si aspettava dei provvedimenti presi nel merito, e non dei tagli fatti con la falce”.

L'impatto della manovra sulle aziende dei dispositivi biomedicali si può riassumere in tre punti principali: il taglio del 5% dei contratti e della spesa fino al 31 dicembre 2012, i prezzi di riferimento, e il tetto di spesa del 4,9% nel 2013 e del 4,8% nel 2014. “Tutto questo porterà ad un taglio di almeno il 25% dei ricavi – sottolinea Rimondi – e una riduzione della spesa di 2 miliardi. Inoltre il taglio del 5% è una mazzata per le amministrazioni virtuose, che già hanno i costi sotto controllo, mentre non sposta molto le cose per chi spreca. L'imposizione dei prezzi di riferimento regolati al ribasso farà sì invece che nessuno avrà più interesse ad introdurre prodotti innovativi sul mercato, ma cercherà di abbassare le spese".

Assobiomedica ha deciso quindi di agire e 'combattere' alcune norme introdotte dalla spending review. “Abbiamo ipotizzato – spiega Laura Ressa, direttore Affari legali Assobiomedica – un esposto-denuncia alla Comunità europea per aprire una procedura di infrazione circa la parte che riguarda i prezzi di riferimento. Vogliamo far rilevare l'illeggitimità della norma per la violazione del principio di divieto di rinegoziazione nelle offerte pubbliche delle gare dopo l'aggiudicazione. Inoltre siamo pronti a fornire un intervento ad adiuvandum ai nostri singoli associati che vorranno fare ricorso amministrativo al Tar”.
Sempre sul fronte dei prezzi di riferimento, Assobiomedica sta comunque lavorando con Agenas per una revisione di quelli attualmente in vigore e quelli in uso da gennaio 2013. “Ma non saremo disponibili – precisa Rimondi – a indicare altri settori da investire con i prezzi di riferimento. Noi cercheremo di minimizzare il danno sulle categorie scelte”. Inoltre, “visto che nel piano di attività di Agenas c'è il coinvolgimento delle società scientifiche – aggiunge Fernanda Gellona, direttore generale Assobiomedica - non potremo prescindere dal collaborare con loro”.

E proprio per far vedere che l'associazione non è contraria solo ai tagli “ma vuole essere propositiva – continua Rimondi – dobbiamo fare delle proposte nostre per una maggiore razionalizzazzione dell risorse, per ridurre gli sprechi e trasformarli in investimenti. Per questo costituiremo dei tavoli propositivi tra società scientifiche e le aziende del relativo gruppo merceologico di riferimento, per poi portare il confronto a livello nazionale con le autorità politiche e amministrative”.

Infine, tra il piano di interventi anti-crisi annunciati, Assobiomedica ha deciso di destinare meno risorse all'informazione che fanno le aziende sui loro prodotti e alla formazione delle società scientifiche, nonché di tagliare del 5% la quota di iscrizione del prossimo anno per gli associati. “Si tratta di un piccolo contributo per dare un segnale – conclude Rimondi - L’insieme delle manovre lascia irrisolti i veri problemi di trasparenza, appropriatezza organizzativa e clinica, nonché di autentica razionalizzazione della spesa e delle presunte differenze di prezzo tra i vari dispositivi medici. Noi ci batteremo per arginare gli effetti delle manovre e della spending review e daremo il nostro contributo per una migliore razionalizzazione delle risorse”.
 

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