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Martedì 24 GENNAIO 2023
Mobilità sanitaria. Negli ultimi 10 anni le Regioni del Sud hanno versato 14 mld a quelle del Nord per far curare i propri cittadini. Lombardia ed Emilia Romagna le più attrattive

Ben 13 tra Regioni e Pa (quasi tutte del Centro Sud) su 21 hanno presentato un saldo negativo per quanto riguarda la mobilità sanitaria tra il 2012 e il 2021. Corte dei conti: “Dall’analisi della mobilità attiva e passiva emerge la forte capacità attrattiva delle Regioni del Nord, cui corrisponde quella estremamente limitata delle Regioni del Centro-Sud”. Solo Lombardia ed Emilia Romagna insieme hanno saldi positivi per quasi 10 mld. In negativo a spiccare sono Campania, Calabria, Lazio, Sicilia e Puglia.

Ben 13 tra Regioni e Pa su 21 hanno presentato un saldo negativo per quanto riguarda la mobilità sanitaria tra il 2012 e il 2021. In euro le Regioni del Centro Sud hanno versato nelle casse di quelle del Centro Nord per il pagamento delle cure prestate ai propri cittadini la cifra monstre di quasi 14 miliardi di euro.

Le Regioni in attivo: Guida la Lombardia che negli ultimi 10 anni ha registrato un saldo positivo per 6,176 mld di euro. Segue l’Emilia Romagna con 3,347 mld e la Toscana (1,336 mld). Al quarto posto il Veneto (1,138 mld) seguito dal Molise (271 mln), Friuli Venezia Giulia (148 mln), Umbria (58 mln) e Pa Bolzano (45 mln). Nel computo vanno anche conteggiati centri di riferimento nazionale come il Bambino Gesù che ha un saldo attivo di 2,055 mld e l’Asmom (Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta) con un attivo nel decennio di 403 mln. In attivo quindi praticamente tutte Regioni del centro nord.

Le Regioni in passivo. In testa troviamo la Campania (-2,939 mld) seguita dalla Calabria (-2,707 mld) e dal Lazio (-2,195 mld). Al quarto posto la Sicilia (-1,996 mld) e al quinto la Puglia (-1,842 mld). Seguono poi l’Abruzzo (-823 mln), la Sardegna (-742 mln), la Liguria (-488 mln), le Marche (-392 mln), la Basilicata (-351 mln), il Piemonte (-329 mln), la Pa di Trento (-97 mln), la Valle d’Aosta (-75 mln). A parte i casi di Piemonte, Liguria, Pa Trento e Valle d’Aosta il grosso delle cifre riguarda quindi le Regioni del Centro Sud.

A fotografare il fenomeno è la stessa Corte dei conti che in un recente report evidenzia: “Dall’analisi della mobilità attiva e passiva emerge la forte capacità attrattiva delle Regioni del Nord, cui corrisponde quella estremamente limitata delle Regioni del Centro-Sud”.

Per la magistratura contabile la causa è la “maggiore o minore attrattività dipende principalmente dalla maggiore qualità e quantità dei servizi sanitari erogati, oltre che da altri fattori che incidono in misura minore quali l’andamento dell’economia - che porta ad un trasferimento della popolazione verso le Regioni più ricche - e la presenza di centri universitari di eccellenza. Non è un caso che le Regioni con maggiore capacità attrattive siano posizionate nei primi posti nel punteggio complessivo assegnati per la valutazione dei LEA relativi all’anno 2019”.

Luciano Fassari

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