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Il recente tragico episodio di morte neonatale è occasione per condividere alcune considerazioni sull’assistenza sanitaria fornita nelle maternità. L’Oms e l’Unicef così come il Ministero della Sanità sottolineano l’importanza di un‘assistenza che metta al centro i bisogni di salute della diade madre-neonato. La moderna organizzazione delle Maternità attualmente prevede la gestione congiunta di madre e bambino, il cosiddetto rooming-in, che va proposto fornendo il necessario sostegno pratico e psicologico alla nuova famiglia. La gestione separata di madre e neonato, prevalente in epoche passate, ostacola invece l’avvio della relazione genitore-famiglia-neonato, è contraria alla fisiologia, anche dell’allattamento, e non garantisce da eventi neonatali imprevisti e tragici. Facciamo riferimento in particolare al “collasso post natale” conosciuto come SUPC (Sudden Unexpected Postnatal Collapse). Si tratta di un evento improvviso ed inaspettato, molto raro (colpisce 8 neonati ogni 100 mila), ma documentato a livello internazionale. Si verifica nella prima settimana di vita, a volte a causa di patologie sottostanti non diagnosticate, ma il più delle volte in bambini apparentemente sani. Le attuali indicazioni delle società scientifiche per prevenirla si basano sull’eliminazione nei limiti del possibile dei fattori di rischio associati. La condivisione del letto fra una madre vigile ed un neonato sano, messo in una posizione di sicurezza, è un fatto naturale, pratico, indiscutibile. Le società scientifiche però attualmente raccomandano di evitare la condizione del co-sleeping, giudicata non sicura, suggerendo di riporre il bambino a fine poppata nella propria culla, in particolare quando non siano presenti altri caregiver (familiari o operatori sanitari). Questa prudenza è giustificata ben oltre la permanenza di mamma e bambino nel Punto Nascita e interessa tutti i primi 6 mesi di vita. È però inevitabile che, nonostante tutte le cautele, mamma e bambino possano spontaneamente addormentarsi nello stesso letto. Si tratta di un evento che più che essere drammatizzato, richiede un rinforzo di informazione alle famiglie sulla sicurezza del bambino durante il sonno. La carenza a livello nazionale del personale sanitario, pesantemente sofferta anche nell’area del percorso nascita, non è motivo sufficiente per giungere ad ipotizzare proposte assistenziali involute e di minore qualità come la gestione separata di madre e bambino. In conclusione, SIN, SIP, SIGO-AOGOI: Luigi Orfeo, Annamaria Staiano, Nicola Colacurci, Antonio Chiàntera,
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Mercoledì 25 GENNAIO 2023
Neonato morto al Pertini. “Il rooming in valore essenziale, ma le famiglie devono essere informate, coinvolte e supportate”. Le indicazioni di neonatologi, pediatri e ginecologi
“La gestione separata di madre e neonato, prevalente in epoche passate, ostacola l’avvio della relazione genitore-famiglia-neonato, è contraria alla fisiologia, anche dell’allattamento, e non garantisce da eventi neonatali imprevisti e tragici. L’implementazione del rooming-in va declinata in maniera appropriata” ricordano SIN, SIP, SIGO e AOGOI
La Società Italiana di Neonatologia (SIN), la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia (SIGO) e l’Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI), come principali società scientifiche italiane d’area perinatale, sono da tempo impegnate nel promuovere la relazione madre-bambino e l’allattamento al seno, investimenti duraturi con positivi risvolti socio-sanitari.
Presidente Società Italiana di Neonatologia (SIN):
Presidente Società Italiana di Pediatria (SIP)
Presidente Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia (SIGO)
Presidente Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI)
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