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Lunedì 20 FEBBRAIO 2023
Il tracollo della sanità in Italia e in Sardegna. Doria su Quotidiano Sanità: “Non fato ma fattore umano” 

L’assessore annuncia “un totale reset della macchina regionale della salute, sia a livello amministrativo che sanitario, attraverso l’individuazione dei responsabili delle procedure e la verifica costante delle attività svolte”. Ciò attraverso “una valutazione del grado di soddisfazione dell’utenza che avverrà con la prossima attivazione del numero verde per ogni ASL dove poter segnalare i disservizi relativi alle attività offerte”.

Quali le responsabilità della profonda crisi del sistema sanitario italiano, come anche in quello sardo? Le problematiche in essere sono soltanto da ricercare in fattori esterni come ad esempio, tra le tante motivazioni, la mancata programmazione del turnover e la carente attrattività per determinate specializzazioni poco remunerate rispetto a molte altre realtà europee ? Probabilmente no. C’è molto di più.

Ad aprire una parentesi sul tema su Quotidiano Sanità, in un’analisi critica ma anche costruttiva, è l’assessore regionale alla Sanità della Sardegna, Carlo Doria, Professore ordinario delle malattie dell'apparato locomotore, che spiega: “Igea, Minerva e Atena nella mitologia greca governavano dall’Olimpo i destini degli uomini in tema di salute, guerre e giustizia. Ma all’epoca non esistevano l’Agenas, i sindacati e il buco dell’ozono… La vita era certamente più breve e dura, povera di diritti e intrisa di doveri. Il genere umano nella sua “evoluzione” ha probabilmente fatto dei progressi in campo sociale e tecnologico sbarcando sulla luna e violando l’essenza del segreto della vita ma ha perso lo spirito vero dell’arte, del genio, del dovere e dell’onore che hanno caratterizzato l’umanità dai tempi dell’antica Grecia al nostro rinascimento. Per aver conferma di ciò è sufficiente un tour di Atene per rendersi conto del declino della culla della civiltà dell’uomo oggi teso al profitto del singolo, sprofondato in un vortice di ingordigia dove il bene comune e la difesa dei più deboli rappresenta un buon argomento di conversazione specie se in bocca a qualche politicante in vista di competizioni elettorali”.

“Ma non voglio farmi trascinare fuori tema dal sentimento di indignazione che sovente mi pervade e focalizzo la mia attenzione sulla Sanità di oggi e il suo degrado – prosegue l’esponente di Giunta -. Ho sempre apprezzato il sistema sanitario pubblico italiano per la sua universalità, che ha garantito a chiunque le cure a prescindere dalla nazionalità e dal reddito. Questo è stato il motivo per cui anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che con gli scandali pandemici ha perso un po’ della sua lucentezza, ha sempre considerato il nostro sistema sanitario fra i migliori del mondo. Tempi passati e ricordi lontani quasi come rimembrare i fasti dell’Italia imperiale del secolo scorso e voler vivere in quel ricordo”.

“Oggi il sistema sanitario italiano – sottolinea l’assessore - è in preda ad una profonda crisi in parte legata ad una mancata programmazione del turnover e alla poca attrattività, specie per determinate specializzazioni, correlata ad una scarsa remunerazione rispetto a molte altre realtà europee attanagliati inoltre da una serie di norme burocratiche che invitano il dipendente pubblico a trovare soluzioni di lavoro più gratificanti nel settore della sanità privata che, a mio parere, deve essere sempre complementare a quella pubblica specie in realtà regionali come la Sardegna. Ma il fattore che purtroppo maggiormente preoccupa non è il declino del pubblico a vantaggio del privato come già previsto anni orsono dal filosofo Emanuele Severino nel suo libro “Capitalismo senza futuro”, ma il dilagare dell’inefficienza che cogli in molti settori della macchina sanitaria”.

“Il sentirsi dire che la ‘sanità è allo sfascio’ – continua il Professore - sembra quasi si parli in terza persona di un qualcosa di ‘impersonale’ e quasi tristemente predestinato. Niente di più sbagliato !!! La macchina sanitaria è fatta da donne e uomini inseriti certamente in percorsi perfettibili che necessitano di essere semplificati e deburocratizzati al massimo ma questo non può essere la scusa dell’inefficienza che pervade alcuni settori dove una mela marcia contamina e rovina il cesto !!! Le riforme strutturali ed il cambiamento non sempre sono ben accette perché toccano talvolta consuetudini e rendite di posizione acquisite ma sono il prezzo da pagare per dare ai cittadini quella garanzia di qualità di un servizio essenziale che costa, tra l’altro, il 50% del bilancio regionale”.

“In questa ottica e nell’interesse in primis dei pazienti e anche della ‘res publica’ è in corso un totale reset della macchina regionale della salute sia a livello amministrativo che sanitario attraverso l’individuazione dei responsabili delle procedure e la verifica costante delle attività svolte con una valutazione del grado di soddisfazione dell’utenza che avverrà con la prossima attivazione del numero verde per ogni ASL dove poter segnalare i disservizi relativi alle attività offerte da ciascuna azienda sanitaria”.

“Gli articoli sui giornali, talvolta con enfasi sensazionalistica, danno comunque il senso che la misura sia colma e non si può quindi più accettare che tutti, indistintamente, non facciano al meglio il proprio dovere non solo nel rispetto dell’etica e della deontologia ma anche perché pagati per farlo e non ottemperare a ciò rappresenterebbe un fatto penalmente rilevante” – così conclude Doria.

Elisabetta Caredda

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