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Mercoledì 01 MARZO 2023
Anche io avrei un consiglio per la Schlein: riaprire le Frattocchie

Sul tema della tutela della salute non ci si può muovere (parere mio) nel PD solo a botta di slogan puntando sul fatto che adesso le responsabilità di governo ce l’hanno gli altri. La sanità pubblica ha bisogno di essere compresa e governata nella sua complessità e non ricondotta a slogan facili e che suonano bene come il no, anzi le barricate, a ogni forma di privatizzazione.

Immagino siano in tanti ad avere aspettative nei confronti del neosegretario del Partito Democratico Elly Schlein di cui QS ha subito riportato le dichiarazioni sulla sanità e di cui QS ha ricostruito le posizioni desumibili nella sua mozione congressuale “parte da noi”. Il passaggio sulla sanità fatto dalla Schlein nel suo nuovo ruolo parla di “ barricate contro ogni taglio o privatizzazione della sanità pubblica e universalistica”. Parole che vanno ovviamente bene, buone però per festeggiare la vittoria alle primarie, ma poco adatte a chi vuole tornare ad avere un ruolo di governo a livello nazionale e a chi un ruolo di governo a livello locale, regionale e comunale, ancora ce l’ha o l’ha appena perso.

Sul tema della tutela della salute non ci si può muovere (parere mio) nel PD solo a botta di slogan puntando sul fatto che adesso le responsabilità di governo ce l’hanno gli altri. La sanità pubblica ha bisogno di essere compresa e governata nella sua complessità e non ricondotta a slogan facili e che suonano bene come il no, anzi le barricate, a ogni forma di privatizzazione. Prendo come esempio il ruolo del privato visto che la privatizzazione, di volta in volta strisciante o selvaggia, viene comunemente identificata come la principale responsabile dei mali della nostra sanità pubblica. Non è ovviamente questa la sede su cui entrare nel merito di questa tematica appunto complessa, ma è buona per ricordare che uno dei principali determinanti delle differenze di qualità tra i vari Servizi Sanitari Regionali e più in generale della inadeguata qualità della assistenza garantita dal nostro meraviglioso Servizio Sanitario Nazionale è la scarsa e disomogenea qualità della azione di governo ai vari livelli e soprattutto a livello regionale, in sanità decisivo.

Come spiegare altrimenti che il Piano Nazionale della Cronicità approvato nel 2016 abbia trovato espressione solo in alcune Regioni e che lo stesso sia avvenuto col riordino delle reti ospedaliere previsto dal DM 70, con il Piano Demenze e col Piano Nazionale della Prevenzione? Lo stesso vale per la famigerata privatizzazione visto che il Rapporto con il privato accreditato e quindi il suo livello di integrazione nel sistema è sua volta condizionato dalla capacità di governo di chi ha la responsabilità di dargli obiettivi, limiti, regole e vincoli. L’idea che basti ridurre il peso dei privati trasferendo le corrispondenti risorse al pubblico che quel rapporto non ha saputo gestire è illogica.

Nella mia lunga esperienza professionale in sanità pubblica in una Regione come le Marche a lungo (ma molto a lungo) governata dal centro-sinistra a guida PD e poi da questi persa nel 2020 contro un centro-destra culturalmente inesistente, ho toccato con mano la perdita di “competenza” di chi nel PD assumeva ruoli di governo. E non credo che il problema sia stato solo del PD marchigiano.

Per cui il mio banale invito a Elly Schlein è di far tornare a studiare chi fa politica nel PD, come una volta si faceva al Centro Studi delle Frattocchie la cui leggenda è stata benissimo ricostruita da Maurizio Merlo (anche da molti altri immagino, ma lui è quello che ho riletto ieri). E nelle nuove sessioni formative alla sanità darei un grande spazio: il SSN sta attraversando una crisi mai vista che ha bisogno anche di una politica che abbia maggiore qualità. Il PD anche sulla sanità questa qualità l’ha a lungo espressa e ha dentro o vicino anche oggi chi può rilanciarla. Come Rosy Bindi e Nerina Dirindin, per quello che mi riguarda.

Claudio Maria Maffei

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