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Relativamente alle notizie stampa in cui l’Istituto Superiore di Sanità avrebbe chiesto un finanziamento alla Protezione civile nella fase iniziale della Pandemia di “750 euro a test” l'’iss precisa in una nosta stampa “che le notizie circolate finora sono totalmente destituite da ogni fondamento“. L’Istituto Superiore di Sanità, in particolare, sottolinea che: L’Iss infine ricorda che “i costi effettivamente sostenuti dall’Istituto nella prima fase della pandemia comprendono materiali per l’esecuzione dei test, dispositivi di protezione individuale per il personale addetto, materiale monouso e potenziamento dei macchinari” e che “in una prima fase della pandemia non esistevano test commerciali e venivano quindi realizzati con protocolli in house sviluppati in aderenza a quelli previsti dall’OMS”.
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12 MARZO 2023
Iss smentisce di aver chiesto 750 euro per ogni test: “Accuse destituite da ogni fondamento”
Oltre a precisare che l’Istituto non ha mai chiesto “750 euro a test”, l’Iss ricorda che “i costi effettivamente sostenuti dall’Istituto nella prima fase della pandemia comprendono materiali per l’esecuzione dei test, dispositivi di protezione individuale per il personale addetto, materiale monouso e potenziamento dei macchinari” e che “in una prima fase della pandemia non esistevano test commerciali e venivano quindi realizzati con protocolli in house sviluppati in aderenza a quelli previsti dall’OMS”.
- non ha mai chiesto “750 euro a test”;
- non ha mai ricevuto la somma prevista dall’articolo 6 dell’Ordinanze OCBPC n
640/2020, prevista tra l’altro anche per coprire i costi della sorveglianza epidemiologica;
- nella prima fase della Pandemia l’Istituto Superiore di Sanità, con proprie risorse
ordinarie ha processato oltre 5000 campioni di cui 3000 provenienti dalla sola Regione Lombardia e non gli “800” di cui si parla nella stampa.
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