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Mercoledì 22 MARZO 2023
Aggressioni ai sanitari. Schillaci: “In arrivo norme su presidi di polizia negli ospedali e procedibilità d’ufficio contro chi commette violenze”

L’annuncio del Ministro della Salute rispondendo ad un’interrogazione di Alleanza Verdi-Sinistra: “Assistiamo ad una crescita degli episodi di violenza nei confronti degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. Spesso si tratta di forme di violenza provenienti dagli stessi pazienti o dai loro caregiver, che si traducono in aggressioni fisiche, verbali o di comportamento”

“Per quanto concerne le iniziative normative da mettere in campo, anticipo che è allo studio dei miei Uffici una proposta normativa, da adottarsi di concerto con i colleghi del Ministero dell’Interno e del Ministero della Giustizia, che mira a garantire presso le strutture sanitarie - individuate in base a determinati parametri relativi a fattori di rischio - un presidio fisso delle forze dell’ordine, nonché ad assicurare un maggior grado di sicurezza ai professionisti sanitari nell’esercizio delle loro funzioni, mediante il superamento dell’attuale meccanismo di perseguibilità a querela di parte delle aggressioni commesse ai danni del predetto personale, prevedendo la generale procedibilità d’ufficio del reato a prescindere dalla gravità della lesione”. È quanto ha affermato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci durante il Question Time alla Camera rispondendo ad un’interrogazione di Alleanza Verdi-Sinistra.

La risposta integrale del Ministro della Salute:

Ringrazio gli interroganti perché mi consentono di illustrare il quadro vigente e le misure che intendo adottare per arginare un fenomeno che mi preoccupa molto e la cui soluzione mi sta molto a cuore.

E’ infatti vero che assistiamo ad una crescita degli episodi di violenza nei confronti degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. Spesso si tratta di forme di violenza provenienti dagli stessi pazienti o dai loro caregiver, che si traducono in aggressioni fisiche, verbali o di comportamento.

Per contrastare tali episodi è stata adottata la legge 14 agosto 2020, n. 113, recante “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni”, che ha introdotto nell’ordinamento sia un’ipotesi speciale del delitto di “lesioni personali”, sia la previsione di una nuova circostanza aggravante comune all’art. 61 del codice penale (n. 11-octies).

Inoltre, la citata legge ha previsto l’istituzione di un apposito Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (ONSEPS), per coinvolgere tutti i rappresentanti istituzionali interessati, con specifici compiti di monitoraggio degli episodi di violenza e delle misure di prevenzione e protezione a garanzia della sicurezza sui luoghi di lavoro. L’Osservatorio è stato istituito presso il Ministero della salute in data 13 gennaio 2022, ed il 20 marzo scorso ho disposto la trasmissione al Parlamento della prima relazione sull’attività posta in essere dallo stesso Osservatorio, dalla quale emerge un quadro molto articolato e complesso della situazione nella nostra Nazione, relativamente al fenomeno degli atti di violenza.

Per quel che riguarda il monitoraggio degli eventi, per l’anno 2022, l’Osservatorio si è focalizzato in primo luogo sull’analisi di tutte le fonti esistenti, anche nell’ottica di un futuro potenziamento delle stesse.

Al momento le informazioni maggiormente definite sono fornite dai dati del Sistema Informativo per il Monitoraggio degli errori in sanità (SIMES), relativi agli eventi sentinella e, soprattutto, dai dati forniti dall’INAIL sugli infortuni riconosciuti e indennizzati a seguito degli eventi di aggressione e di violenza. Questa prima ricognizione delle fonti e degli strumenti esistenti ha consentito una macro rappresentazione dei dati sugli episodi di violenza al momento disponibili e delle modalità con cui sono raccolti.

Tanto premesso, è fondamentale che la logica della raccolta dati centrata sull’“evento”, si sposti sull’“aggredito”, attraverso la diffusione della cultura della segnalazione degli eventi, nonché l’implementazione di sistemi di monitoraggio e l’adozione di specifiche misure di prevenzione nell’ambito delle strutture sanitarie e socio sanitarie.

In ogni caso, un primo risultato raggiunto nel primo anno di attività dell’Osservatorio è l’aver assicurato una piena sinergia della rete di stakeholder, organizzazioni e istituzioni interessate dal fenomeno.

Ritengo, inoltre, necessario incentivare il ricorso alle attività di comunicazione rivolte alla popolazione generale, affinché sul tema della prevenzione della violenza sugli operatori sanitari si diffonda una nuova sensibilità e si riconoscano la giusta conoscenza e la giusta considerazione del SSN e, soprattutto, dei professionisti che vi lavorano, quale bene insostituibile e prezioso per la salute dell’intera comunità.

Per quanto concerne le iniziative normative da mettere in campo, anticipo che è allo studio dei miei Uffici una proposta normativa, da adottarsi di concerto con i colleghi del Ministero dell’Interno e del Ministero della Giustizia, che mira a garantire presso le strutture sanitarie - individuate in base a determinati parametri relativi a fattori di rischio - un presidio fisso delle forze dell’ordine, nonché ad assicurare un maggior grado di sicurezza ai professionisti sanitari nell’esercizio delle loro funzioni, mediante il superamento dell’attuale meccanismo di perseguibilità a querela di parte delle aggressioni commesse ai danni del predetto personale, prevedendo la generale procedibilità d’ufficio del reato a prescindere dalla gravità della lesione.

In sede di replica, Francesco Borrelli (Avs) ha dichiarato: "Noi non mettiamo in discussione, ovviamente, l'impegno del Governo e anche la realizzazione dell'osservatorio, ma c'è un problema: gli operatori sanitari non partecipano più, a tutti i livelli, ai concorsi nei pronto soccorso. È talmente elevato il livello di violenza, come prima le ho fatto notare, Ministro, che non partecipano. Al Cardarelli di Napoli, il più grande pronto soccorso del Mezzogiorno, su 15 posti per il pronto soccorso si sono presentati in quattro. Significa che la situazione è sfuggita di mano.

Per non parlare, poi, di un altro dato. Io non sono a conoscenza di una sola condanna nei confronti di persone, anche organizzazioni e gruppi criminali, che hanno picchiato operatori sanitari o hanno distrutto pronto soccorso.

Faccio un esempio su tutti: quando fu ucciso, durante un tentativo di rapina, un baby rapinatore nel napoletano, i familiari e amici andarono al pronto soccorso e, oltre a picchiare i sanitari che tentavano di salvare il ragazzo, distrussero il pronto soccorso per un valore di 18.900 euro, certificati dall'ASL. Sa quanto hanno restituito? Zero, zero! Non pagano, picchiano e non vengono condannati. C'è un problema serio di fuga. Poi ovviamente, se un medico o un esponente del personale sanitario sbaglia, è giusto che paghi, ma qua siamo arrivati a una situazione insostenibile.

Approfitto per concludere il mio intervento per fare un appello al Presidente per chiedere che venga, però, in Aula anche il Ministro Piantedosi. Il nostro gruppo, Alleanza Verdi e Sinistra, sta chiedendo con urgenza che venga a riferire sui gravi problemi di criminalità, dal caso degli ultras che hanno assediato la città di Napoli all'ultimo ragazzo, una vittima innocente, sparato per caso, che stanno avvenendo sul territorio di Napoli e anche in tante altre città del nostro Paese".

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