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Venerdì 24 MARZO 2023
Su accreditamento scuole specializzazione no a soluzioni di compromesso



Gentile direttore,
il Decreto Interministeriale firmato dai Ministri della Salute e dell’Università, n. 138 dello scorso 10.03.23, interviene aggiornando gli standard minimi di accreditamento delle Scuole di Specializzazione di area sanitaria. Questo si configura evidentemente come un intervento al photo finish per consentire l’accreditamento delle scuole per il prossimo anno.

Gli interventi afferiscono a due aree: programmazione delle rotazioni dei Medici in formazione specialistica in funzione dei volumi di prestazioni erogate e uno scadimento dello standard di organico docente minimo. Il recente aumento del numero di borse di specializzazione stanziate per sanare il fenomeno noto come “imbuto formativo” e, al contempo, dare un’ apparente risposta alla carenza di personale medico, ha evidenziato lampanti lacune nel sistema formativo specialistico italiano.

L’assenza di una capacità ricettiva proporzionale alla numerosità dei medici ammessi alla formazione specialistica ha condotto al sovraffollamento di alcuni reparti, con un impatto negativo sulla formazione e, forse, anche sulla qualità dell’assistenza erogata. I Ministeri, con questo intervento legislativo, cercano di porre un argine al fenomeno, ampliando la capacità ricettiva delle strutture inserite nelle reti formative. Ciò avviene garantendo l’accesso ai Medici in formazione al 100% delle attività assistenziali erogate dai reparti costituenti le reti periferiche. Superando il pregresso limite del 20%, i Ministeri sembrano indicare ai Direttori di scuola un invito a incrementare le rotazioni al di fuori dei reparti universitari.

Tale iniziativa appare migliorativa dello status quo anche se non pone vincoli all’ostinata scelta di taluni direttori di conservare presso il proprio centro tutta la forza lavoro, impedendo o limitando l’accesso alle reti formative. Inoltre, a seguito di questo intervento normativo si rendono necessarie ulteriori azioni per evitare l’opposto, ovvero un ipotetico iperafflusso di Medici Specializzandi in alcune sedi delle reti formative.

Lo stesso DIM al contempo ridefinisce gli standard minimi in termini di organico docente e rappresenta uno scadimento del livello qualitativo attuale. In ogni caso, si sottolinea che lo status di ricercatore o docente convenzionato non risulta condizionante in termini di qualità di supporto e tutoraggio nel processo formativo offerto al singolo Medico in formazione specialistica. Per cui non si critica in sé la possibilità introdotta dai Ministeri, quanto la più o meno cosciente apertura a possibili storture nel prossimo futuro, dove si potrebbe assistere ad uno spostamento del baricentro formativo dalla struttura universitaria ad un reparto ospedaliero puro.

Inoltre, lo standard così come è delineato, non pone l’accento sulla necessità di creare una proporzionalità vincolante tra il numero di docenti afferenti alla scuola e la popolosità della stessa. Infine il DIM parifica la posizione dei ricercatori di fascia A e B: mentre per la fascia B il passaggio al ruolo di professore associato è un automatismo, l’apertura alla fascia A sembra essere una apertura eccessiva. Concludendo, consci della gravità del quadro globale in cui versa l’SSN e rilevate le innumerevoli criticità del sistema formativo specialistico, FederSpecializzandi recepisce sia l'importanza di garantire percorsi formativi di qualità e omogenei sul territorio nazionale sia l’urgenza di attuare l’accreditamento delle scuole per il prossimo anno accademico.

Però laddove si assista ad un abbassamento degli standard di organico minimi imposto dalla situazione contingente, risulta necessario che il processo di accreditamento debba tenere ancor più in considerazione l’opinione diretta dei Medici in formazione specialistica. In caso contrario, FederSpecializzandi non è pronta ad accettare soluzioni di compromesso ed invita subito i Ministri della Salute e dell’Università ad avviare un tavolo tecnico per abbozzare una riforma sostanziale del sistema formativo medico specialistico.

Federspecializzandi

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