quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 27 APRILE 2023
Ospedale di Belluno. OMCeO: “Riaprite la neurochirurgia e salveremo anche la neurologia”

La provincia di Belluno ha un territorio che è un quarto del Veneto, a bassa densità abitativa e costituito da una parte pedemontana e da una parte montana. Nell’ospedale di Belluno nel 2017 è stato chiuso il reparto di Neurochirurgia ed ora rischia anche la Neurologia. Per il presidente Omceo, Stefano Capelli, la prima chiusura sta spianando la strada alla seconda: “Si riattivi la neurochirurgia, altrimenti il destino della Neurologia è già segnato”.

Continuano gli appelli del presidente OMCeO di Belluno per salvare la Neurologia dell’ospedale provinciale. Argomento già affrontato su questa testata ma su cui Capelli torna con una proposta: riaprire l’attività di neurochirurgia nell’ospedale di Belluno per salvare anche l’altra attività.

“L’attività ospedaliera di neurochirurgia era dal 2001 in convenzione con la Ulss di Treviso ed ha proseguito tutta la sua attività di alta specializzazione fino al 2017 – spiega il presidente OMCeO di Belluno, Stefano Capelli - dopo di che è stata chiusa, facendo non solo venir meno quell’alta specializzazione con l’integrazione multidisciplinare con la neurologia, che oggi come conseguenza è anche quest’ultima a rischio chiusura, ma togliendo anche al territorio di Belluno e ai suoi cittadini un servizio di cure fondamentale”.

Per andare incontro all’esigenza regionale sulla carenza di medici neurologi, Azienda Zero ha bandito recentemente un concorso mettendo a disposizione 18 posti a tempo indeterminato, di cui 2 per la provincia di Belluno. Tuttavia per la provincia di Belluno l’appello è andato ancora una volta deserto e questo rende ancora più reale il rischio chiusura di questa attività.

“La chiusura della neurochirurgia ha de facto dettato una regressione nell’offerta sanitaria sia nella popolazione che nel turismo – afferma Capelli - ha poi anche privato di tutte quell’insieme sulle attività che abitualmente sono svolte da chirurghi ed anestesisti e che generano attrattività professionale. La conseguenza ora è che dopo la chiusura della neurochirurgia è che ora venga chiusa anche la neurologia. Possibilità quest’ultima che, come presidente dei medici e degli odontoiatri, non posso non prendere in considerazione, anzi che secondo me si può addirittura evitare”.

Per il presidente Capelli la chiave di volta sta nel rinnovare la convenzione con Treviso, riattivando il servizio della neurochirurgia in un paese particolare come Belluno. Da un punto di vista professionale darebbe un elemento in più per i medici neurologici, anestesisti e chirurghi a lavorare in questo territorio, oltre che al ripristino di una offerta di cure importante per la popolazione che ora è costretta a rivolgersi all’ospedale di Treviso.

Endrius Salvalaggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA