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Lo scorso 6 maggio si è svolto a Bari un congresso, organizzato dal gruppo Donne Medico OMCeO Bari “Agapanto”, per Manifestare e Proclamare la Violenza in Sanità e per offrire strumenti utili agli operatori sanitari e sociosanitari ad alleviare la “Fatica della Cura” e soprattutto per sottolineare che è …“il Tempo di Fare…”. L’approccio balintiano considera di fondamentale importanza la comunicazione efficace e terapeutica tra professionista e paziente. La Survey, divulgata in Regione Puglia a tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari, è stata compilata da circa 1000 operatori che lavorano nell’ambito del SSN, ha indagato su come gli stessi possano difendersi, affermare il loro ruolo professionale, sostenersi e promuovere una cultura della comunicazione. Si evince che la relazione curante-paziente è cambiata, vi è rassegnazione alla violenza, nessun operatore (l’80%) si sente sicuro nel luogo di lavoro e protetto (il 95%) dalle Istituzioni, la metodologia Balint come supporto ai curanti è poco conosciuta e poco utilizzata e, che la Comunicazione è tempo di cura, come riconosciuto dalla Carta di Ottawa sottoscritta nel 1986 con gli stati appartenenti all’OMS. M. Zamparella, M. Monteduro, F. Anelli
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Giovedì 11 MAGGIO 2023
La violenza in sanità e la fatica della cura. Il metodo Balint come supporto ai curanti
L’uso della metodologia Balint in ogni setting sanitario può essere uno strumento valido come supporto a Chi Cura. Il gruppo Balint è una tecnica di formazione per migliorare le capacità dei medici di utilizzare con i pazienti la relazione interpersonale come fattore terapeutico. Gli Atti di Violenza in Sanità, la Patient Safety e Worker Safety e la Cura di chi Cura hanno percorsi paralleli che si intersecano nelle soluzioni, le quali devono offrire un Sistema di cura Moderno centrato sulla Comunicazione e Supporto al Curante
I temi trattati e argomentati hanno riguardato:
- la necessità di lavorare in sicurezza con l’affermazione della cultura dell’etica nella relazione di cura e della cultura del “Patient Safety &Worker Safety”;
- la necessità di apprendere le metodologie per saper comunicare, di recuperare la psicologia Medica nella formazione post e Universitaria, fondamentale nei percorsi di cura e diagnosi per l’Umanizzazione e il raggiungimento dell’Empowerment. Tanto, per migliorare la relazione di cura, per svolgere in benessere il lavoro e per ridurre con un moderno sistema di cure i fattori di stress e di burnout;
- la necessità di conoscere ed apprendere la metodologia Balint, collaudata come formazione di gruppo e come strumento di supporto al curante, per lo sviluppo delle competenze emotivo-relazionali dello stesso. Creata originariamente per l’addestramento psicologico dei medici di famiglia e, adattata successivamente ad altre figure professionali.
Il tema dell'aggressività e della violenza contro gli operatori sanitari e socio-sanitari ha acquisito negli ultimi tempi un'importanza crescente per i ripetuti episodi di aggressione fisica e verbale diventati un problema di rilevanza sociale ed un indicatore di trasformazioni culturali, nella percezione che le persone hanno dei diritti e doveri sanciti dal Sistema Sanitario Nazionale. È dal rispetto reciproco che nasce una relazione che è alla base del percorso di cura e di un vivere civile.
Nel 2007 il Ministero della Salute ha emanato una specifica raccomandazione per migliorare la qualità e la sicurezza delle cure e ha inserito gli “atti di violenza a danno di operatore” fra gli Eventi Sentinella che devono essere segnalati attraverso il flusso SIMES. Con la legge 14 agosto 2020, n. 113 avente ad oggetto all’art. 2 “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni”, si è istituito l’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-sanitarie (ONSEP), con specifici compiti di monitoraggio, studio e promozione di iniziative volte a garantire la sicurezza dei professionisti. I componenti dell’ONSEPS sono stati nominati con decreto del Ministro della salute del 17 febbraio 2022, per metà sono donne.
Testimonianza degli atti di violenza in Sanità, aumentati nel post-pandemia, sono i dati dell’Osservatorio FNOMCeO e quelli evidenziati da una Survey, “La Cultura della Sicurezza: “A NOI CHI CI PENSA?”, a cura di Maria Zamparella con la collaborazione di Mariantonietta Monteduro e Teresa Tricarico.
Il National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH 2002) definisce la violenza sul posto di lavoro come “atti violenti diretti nei confronti di persone al lavoro o in servizio” e non esclude quella tra i colleghi e, indica le tipologie della violenza: 1. aggressione fisica; 2. tentativo di aggressione (il più frequente poiché la maggior parte delle minacce e delle aggressioni provengono dai pazienti o dai loro familiari o amici); 3. aggressione emotiva, che si esplicita con atteggiamenti dannosi; 4. molestia sessuale verbale; 5. violenza sessuale.
I dati INAIL, evidenziano un aumento delle denunce, infatti nel 2005 sono stati denunciati e riconosciuti 429 episodi di violenza sugli operatori sanitari mentre nel 2021 sono stati denunciati e riconosciuti 1382 episodi analoghi di infortunio, con un incremento della numerosità di eventi pari al 322% (fig.7). I setting lavorativi più colpiti sono: Servizi di emergenza-urgenza; Strutture psichiatriche ospedaliere e territoriali; Luoghi di attesa; Servizi di geriatria; Continuità assistenziale.
Riconoscere il rischio e l’errore nella relazione di cura è utile a ridurre gli atti di violenza ma vi è necessità di mezzi di prevedibilità e prevenibilità e, il primo passo per la prevenzione della violenza è la valutazione dei fattori di rischio della violenza sul lavoro.
Margaret Chan, Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato: “La sicurezza delle strutture e degli operatori sanitari deve essere sacrosanta”.
La prevenzione è compito del Sistema di Cure che deve identificare gli elementi ambientali e organizzativi a cui è associata l’insorgenza di azioni violente per prevenirne l’evenienza e formare il personale su come trattare e prevenire le situazioni di violenza attraverso la strutturazione di percorsi per acquisire competenze sulla Comunicazione Empatica, sull’identificazione precoce e sulla gestione della violenza attraverso le tecniche di De-escalation.
Non può esistere cura se l'approccio tra le persone è aggressivo e violento, allora quali strumenti gli operatori sanitari possono mettere in campo per attuare e preservare la relazione con i cittadini?
L’uso della metodologia Balint in ogni setting sanitario può essere uno strumento valido come supporto a Chi Cura. Il gruppo Balint è una tecnica di formazione per migliorare le capacità dei medici di utilizzare con i pazienti la relazione interpersonale come fattore terapeutico, sviluppato da Michael Balint, medico di famiglia e psicoanalista, nato a Budapest (1986-1970), si tasferì nel 1939 in Inghilterra, nel 1960 pubblicò il libro “Medico, paziente e malattia” e nel 1969 fonda la Balint Society. Nel gruppo Balint i due concetti fondamentali, sono l’ambiente e la qualità primaria della relazione: “un’atmosfera in cui ognuno possa parlare senza fretta, mentre gli altri ascoltano con spirito libero e fluttuante… (Balint, 1957).
Gli Atti di Violenza in Sanità, la Patient Safety e Worker Safety e la Cura di chi Cura hanno percorsi paralleli che si intersecano nelle soluzioni, le quali devono offrire un Sistema di cura Moderno centrato sulla Comunicazione e Supporto al Curante, ”Il Curante Come Farmaco Somministrato con Competenza”.
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